Attività Produttive

Comunicati Stampa

12/11/2019

Area di crisi complessa fermano-maceratese. Cesetti e Canigola al Gruppo di coordinamento e di controllo per validare i dati della call di Invitalia

Focus sull’area di crisi complessa del distretto pelli-calzature fermano-maceratese oggi a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico dove si è tenuto l’incontro di tutte le amministrazioni nazionali e locali del Gruppo di coordinamento e controllo. Principale obiettivo della riunione, a cui hanno partecipato l’assessore con delega alle aree di crisi, Fabrizio Cesetti e la presidente della provincia di Fermo, Moira Canigola, è validare i risultati della call, lanciata a luglio 2019 e chiusa il 30 settembre scorso, e diretta a rilevare i fabbisogni delle imprese interessate ad investire nell’area prima di definire la gamma degli strumenti agevolativi da attivare. “I dati elaborati dal MISE, amministrazione nazionale capofila, e da Invitalia confermano la vivace risposta del tessuto imprenditoriale locale alle sollecitazioni delle istituzioni – commentano Cesetti e Canigola - Sono 262 le manifestazioni di interesse pervenute, di cui circa 190 riguardano investimenti produttivi; la quasi totalità è stata presentata da piccole e medie imprese, a conferma della composizione del tessuto imprenditoriale del distretto”. Nel complesso, aggiungono “il fabbisogno di investimenti espresso dalle PMI rappresenta oltre 400 milioni di euro di investimenti e una stima di occupazione aggiuntiva di circa 1880 addetti. Quanto ai settori produttivi, la metà degli investimenti e delle stime occupazionali si concentra nelle attività manifatturiere e nell’ambito di queste oltre il 40% riguarda il comparto delle pelli-calzature, il che conferma la forte specializzazione produttiva del distretto. Peraltro risulta consistente anche il fabbisogno espresso dalle imprese delle attività ricettive e della ristorazione, del commercio e delle attività professionali e scientifiche”. Sotto il profilo della soglia di investimento, oltre il 60% delle manifestazioni si riferisce a proposte progettuali al di sotto del milione di euro, che rappresenta il target di riferimento degli strumenti di finanziamento regionali; le restanti si collocano al di sopra di quella soglia, ovvero la tipologia progettuale aggredibile con la legge 181/89. Non mancano le proposte di investimento potenzialmente coerenti con la normativa dei Contratti di Sviluppo e degli Accordi di Sviluppo. “Dall’elaborazione dei dati emerge un fabbisogno di investimenti diversificato sia in termini di settori economici sia in termini di entità finanziaria dei progetti – chiariscono Cesetti e Canigola - La ricognizione ha confermato la presenza di una forte specializzazione produttiva, ma anche l’esigenza di una diversificazione del sistema economico, in linea con le leve orizzontali e verticali di sviluppo che già l’istanza regionale per il riconoscimento dell’area di crisi del maggio 2018 aveva posto in risalto”. Pur essendo non vincolanti, i risultati della call forniscono una fotografia importante del tessuto imprenditoriale dell’area e, una volta approvato il PRRI con la stipula dell’accordo di Programma, consentiranno alle amministrazioni nazionali e regionali di costruire una batteria di strumenti di finanziamento in linea con le potenzialità espresse dalla call. Non si è parlato soltanto di imprese e di investimenti oggi al Mise. Alla presenza del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, l’assessore Cesetti e la presidente Canigola hanno illustrato le priorità di intervento infrastrutturale necessarie a rendere il contesto territoriale appetibile e fruibile da parte delle aziende già insediate e di chi si appresta ad investire in questa area. “Abbiamo ribadito con forza e decisione la necessità di un importante intervento infrastrutturale senza il quale la strategia dell’area di crisi resta inefficace. Il governo e i ministeri competenti devono dimostrare concretamente se credono o meno in questa strategia mettendo in campo le loro risorse di competenza. Noi abbiamo fatto la nostra parte mettendo risorse per interventi importanti già cantierabili sulla Mare Monti, la Mezzina, le scogliere emerse”. Il Mise si è impegnato per una verifica con i ministeri competenti in ordine agli interventi infrastrutturali richiesti e alla possibilità di finanziamento degli stessi. Si è concordato, inoltre, di organizzare incontri mirati sui territori per rilevare, ad integrazione dei risultati della call, ulteriori e specifici fabbisogni di investimento utili per la definitiva redazione del Piano per la riqualificazione e riconversione industriale e dei successivi bandi di attuazione.