Dal 1° gennaio 2002 i Consorzi di bonifica non possono più richiedere il pagamento della “tassa di bonifica”. Questo perché le funzioni amministrative e la gestione delle opere idrauliche passano alle Province, che a tale data, con il trasferimento del personale regionale, sono in grado di esercitare i nuovi compiti.
È questo l’aspetto più evidente della deliberazione adottata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Luciano Agostini.
Come conseguenza della deliberazione, “i Consorzi di bonifica non sono più titolati a esigere il ruolo di bonifica per la manutenzione e l’esercizio delle opere idrauliche di scolo e di difesa delle acque”, ma solo quello di irrigazione.
Sulla base della documentazione inviata dai Consorzi, la Regione successivamente emanerà i criteri e i limiti ai quali gli enti dovranno attenersi per l’adozione dei nuovi Piani di classifica degli immobili.
“La tassa non è dovuta – ha commentato l’assessore Agostini – perché queste opere non sono più ricompresse tra quelle di bonifica, a seguito dell’evoluzione della legislazione statale e regionale. La stessa Corte costituzionale ha riconosciuto che gli interventi di bonifica, in quanto interventi di difesa del suolo, hanno natura pubblica e quindi sono a beneficio della collettività, e non di singole categorie di cittadini.
Il provvedimento viene adottato nel momento in cui la Regione emana la manovra finanziaria per assicurare una sanità di qualità ai marchigiani. Una manovra complessa, articolata, che punta a razionalizzare la spesa, ma che, contestualmente, non impedisce, come in questo caso, di assumere decisioni che contengono la pressione fiscale a carico dei cittadini, specie quando la tassazione è ingiusta”.
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