Per i 35.563 cacciatori marchigiani si è chiusa il 31 gennaio, così come previsto dal relativo calendario, la stagione venatoria, caratterizzata quest’anno dall’apertura unica, ovvero dalla possibilità concessa di cacciare dalla stessa data sia le specie migratorie sia quelle stanziali. Con l’apertura unica è stata data di fatto una risposta favorevole alle richieste delle associazioni venatorie, agli ATC e alle Province, senza tuttavia ignorare le esigenze di tutela della fauna dal momento che complessivamente, rispetto agli anni precedenti, si è avuta una diminuzione delle giornate di caccia, nelle prime tre settimane di attività venatoria.
“Il calendario venatorio così come era stato concepito – afferma l’Assessore regionale alla caccia Gino Troli – è stato esemplare sotto il profilo dell’equilibrio ed è riuscito a contemperare le esigenze dei cacciatori con la tutela dell’ambiente. D’altronde l’azione della Regione in materia di caccia mirava a questo risultato fin dall’insediamento di questo governo regionale. Con la nuova L.R. 7/95, con l’approvazione e la diffusione dei calendari venatori nei tempi previsti e con una caccia programmata abbiamo raggiunto l’obiettivo più generale che era quello di dare certezze al mondo venatorio nel pieno rispetto delle esigenze di tutela dell’ambiente e dell’agricoltura. Lo dimostra il fatto che l’argomento che in questi anni ha scatenato le maggiori polemiche da parte del mondo ambientalista, la caccia di alcune specie in deroga alle direttive comunitarie, specie che è opportuno sottolinearlo sono dannose all’agricoltura, è stato sempre risolto applicando la legge, contro la quale i ricorsi al Tar sono stati sempre respinti.
In buona sostanza i fatti dimostrano che l’esercizio venatorio da parte dell’attuale numero di cacciatori è compatibile con la tutela risorse ambientali delle Marche e che gli stessi esercitano l’attività venatoria nel pieno rispetto delle norme scritte”.
E’ da sottolineare che nel corso dell’attuale legislatura si è concluso tutto il procedimento di riforma dell’attività venatoria introdotto dalla legge 157/92 e recepito nelle Marche con la L.R. 7/95, che tra le altre cose prevedeva l’istituzione degli ATC, oggi pienamente operativi nelle quattro province all’interno dei quali operano congiuntamente le componenti venatorie, agricole, ambientaliste e della pubblica amministrazione. Questo significa che i presupposti fondamentali della riforma stanno dando i primi significativi frutti.
Infine è da sottolineare che il piano faunistico non è scaduto, come riportato da un quotidiano nella pagina dedicata alla caccia, ma è tuttora vigente. Intanto il competente servizio regionale ha già avviato le procedure per la redazione del nuovo piano.
“In definitiva – conclude l’Assessore Troli – nel corso di questi anni la caccia programmata non è stata solo predicata, ma soprattutto praticata con certezze nei calendari, rispetto delle leggi e piena attuazione delle prerogative proprie degli ambiti. Si conclude quindi un’altra stagione positiva per un processo di piena integrazione tra caccia e ambiente, l’unica strada possibile per la caccia di domani”.
|