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01/12/1999

LE MARCHE PER LA BOSNIA

Riapertura di una mensa pubblica per poveri e anziani a Mostar; ripopolamento bovino a Sipovo, nella Repubblica Srpska. Sono due progetti realizzati in Bosnia dalla Regione Marche e da organizzazioni della società civile marchigiana (Iscos Cisl Marche, Copagri Marche, Azienda ospedaliera Umberto I di Ancona). Le due iniziative sono state presentate nel corso di una conferenza stampa, presso la sede della Giunta regionale. “Da tempo la Regione Marche – ha affermato il presidente della Giunta, Vito D’Ambrosio - ha scelto il modello della cooperazione decentrata come strumento privilegiato per promuovere la solidarietà internazionale. Un modello che consente di coordinare l’attività delle associazioni, degli enti locali, delle imprese marchigiane con le esigenze dei paesi beneficiari. Si tratta di un’attività che ha avuto uno straordinario sviluppo nell’ambito di alcune congiunture internazionali, come la guerra nella ex Jugoslavia, e in altre situazioni di emergenza. E’ tuttora in corso un programma di sminamento e a favore delle vittime delle mine antiuomo in Angola, e iniziative umanitarie a sostegno delle popolazioni dello Honduras e del Guatemala. La Regione ha impegnato, negli ultimi anni, una cifra superiore a 1,5 miliardi in interventi di solidarietà internazionale”. D’Ambrosio ha anche anticipato che la Regione intende ripresentare, entro la fine della legislatura, la legge sulla cooperazione internazionale, bocciata dal Governo per “pignolerie formali”, adeguandola alla nuova legge di riforma sullo sviluppo internazionale (licenziata dal Senato e all’esame della Camera). “La cooperazione decentrata è un valido strumento per promuovere la solidarietà internazionale. Offre alle associazioni, che non potrebbero magari attivarsi da sole, la possibilità di divenire protagoniste attive nei programmi di sviluppo internazionale”. Lo ha affermato Fausto Mazzieri della Iscos, che ha sottolineato come lo sviluppo dei popoli non sia solo una questione di benessere economico, ma di crescita della democrazia dei propri paesi. “Quello che manca, oltre ai fondi - ha affermato – è un quadro normativo di riferimento per sostenere le attività internazionali, senza dover ricorrere a disposizioni eccezionali, come nel caso della Missione Arcobaleno”. “La ricostruzione post bellica inizia sempre dall’agricoltura”, ha sottolineato Emilio Landi, presidente regionale Copagri Marche. L’associazione ha finanziato parte del progetto di ripopolamento bovino attraverso i ricavati della Festa della ruralità marchigiana che ha richiamato in Ancona oltre 15 mila persone nei mesi scorsi. Dalla solidarietà del mondo rurale marchigiano, ha detto, è venuto un esempio e un aiuto concreto per la ricostruzione della Bosnia. Le ragioni dell’adesione alle due iniziative in Bosnia, da parte dell’Azienda ospedaliera Umberto I di Ancona, sono state illustrate dal direttore Alfeo Montesi. “Ci ha spinti il senso della solidarietà universale che sta alla base della tutela della salute, l’entusiasmo del personale medico e infermieristico dell’ospedale, e il fatto che, come struttura ospedaliera, siamo al servizio della comunità regionale, cioè anche di supporto alle iniziative avviate fuori dai confini regionali”. Questo perché, ha spiegato Montesi, una quota notevole (il 15%) delle persone curate dal nosocomio di Ancona provengono da fuori regione. “L’azienda – ha concluso Montesi – vuole divenire un punto di coordinamento professionale per quegli interventi sanitari oramai classificati come medicina delle catastrofi”. L’apertura della mensa pubblica è avvenuta qualche giorno fa a Mostar. Durante la guerra l’edificio ha subito una devastazione impressionante, privando la Croce Rossa di un centro importante d’assistenza per le fasce sociali più povere ed emarginate della città. Oggi è in grado di servire 200 pasti quotidiani. La ristrutturazione ha richiesto circa 180 milioni, 50 dei quali donati dalla Regione Marche. Il progetto di ripopolamento bovino interessa, invece, la municipalità di Sipovo (Repubblica di Srpska). Quaranta mucche (gravide) di razza Simmenthal sono state consegnate ad altrettante famiglie fra le più bisognose e più duramente colpite dal conflitto. Una volta nati, i vitelli saranno donati al Comune, per essere assegnati ad altre 40 famiglie bisognose. Il progetto è costato 83 milioni, 35 dei quali finanziati dalla Regione Marche. (r.p.)