Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
19/11/1999

CONVEGNO SANITA' PUBBLICA. D'AMBROSIO: "IL RUOLO DELLA PREVENZIONE SEMPRE PIU' FONDAMENTALE NELLA RIVOLUZIONE COPERNICANA DELLA SANITA'"

I lavori del convegno “Sanità pubblica: sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive”, svoltosi oggi ad Ancona, presso la sede della Facoltà di Economia- Ex Caserma Villarey, sono stati aperti dal presidente della giunta regionale, Vito D’Ambrosio che ha rivolto il benvenuto della Regione Marche ai numerosi ospiti giunti da molte parti d’Italia. “Solo nelle Marche – ha esordito D’Ambrosio - convivono due elementi significativi sotto il profilo sanitario: da un lato il più basso tasso di natalità e dall’altro la più alta aspettativa di vita e quindi il più alto indice di longevità. Una sede appropriata, quindi, la nostra regione, per parlare di prevenzione se con questo termine si intende il miglioramento delle prospettive di qualità di vita e di sempre maggiore tutela della salute. In queste direzioni è andato anche il grande sforzo di programmazione che siamo riusciti a portare a termine, adottando una serie di strumenti, un reticolo di sensori e di sinergie dei quali adesso cominciamo ad apprezzarne l’efficacia e l’utilità. Con il Piano Regionale di Sviluppo e la quasi contemporanea approvazione del Piano Sanitario regionale siamo riusciti a mettere in fila punti focali per superare un vecchio modo di bilanciare la domanda e l’offerta di servizi sanitari. Eravamo la regione con il maggior numero di ospedali in rapporto agli abitanti, non si spendevano bene le risorse in termini di equilibrio tra investimenti e reali necessità della popolazione. Abbiamo cercato quindi, in coerenza con gli obiettivi del Piano Sanitario nazionale, di spostare l’offerta di prestazioni sanitarie dagli ospedali per calibrarli sul territorio. Uno sforzo programmatorio che non sarebbe stato possibile condurre a buon fine se non ci fosse stato il fondamentale apporto dell’assessore alla Sanità, Giuseppe Mascioni al quale auguro di essere eletto al Senato e l’impegno sorretto da profonde motivazioni del dirigente del Servizio Sanità, Maria Rita Materazzi. Altra funzione fondamentale è stata quella dell’Agenzia Regionale Sanitaria, anche come strumento di monitoraggio per capire come e dove intervenire. C’è stata quindi una sorta di rivoluzione copernicana nell’approccio alla Sanità pubblica, ma si tratta di uno sforzo imponente sia a livello nazionale che regionale. L’obiettivo è quello del miglioramento della risposta qualitativa che si può raggiungere anche contenendo un certo tipo di risorse. Potenziare i servizi territoriali significa potenziare l’intera rete sanitaria, dare il giusto ruolo alla prevenzione per impedire la “patologia” nella risposta alla domanda di servizi sanitari. Tra un mese circa presenteremo il 1°Rapporto Epidemiologico, una fotografia dello stato della salute della nostra regione, che ha comportato un grande impegno dell’ARS e del suo direttore dott. Di Stanislao , uno strumento che ci indicherà le modalità per razionalizzare gli interventi e per progettarne di nuovi. Del resto la capacità della sanità marchigiana di sperimentare nuovi modelli ha la giusta attenzione del Ministero che ci trasferisce, rispetto ad altre regioni, le maggiori risorse nel settore dei programmi sperimentali. Il nostro compito di rappresentanti istituzionali– ha concluso D’Ambrosio- non è certo quello di dare indicazioni tecniche ma, in una realtà che si sta globalizzando anche nel settore sanitario, quello di porre la massima attenzione alle esigenze di operatori e utenti per poter organizzare una risposta ottimale.” “L’obiettivo della prevenzione delle malattie infettive- ha spiegato il dirigente del Servizio regionale Sanità, dott.ssa Maria Rita Materazzi - è stato sempre prioritario nella Sanità pubblica e continua ad esserlo anche se da una parte si sono registrati successi straordinari sulle patologie diffusive classiche. Ma non dobbiamo abbassare la guardia anche perché si manifestano sempre nuove situazioni alle quali la Sanità pubblica deve rispondere con tempestività, sapendo anche gli effetti psicologici che suscitano nella collettività (vedi AIDS, infezioni ospedaliere ecc.) Andare ad incidere sulla rimozione dei fattori di rischio, sulla bonifica ambientale e sugli stili di vita è quindi fondamentale. Non tutte le malattie hanno però le stesse opportunità di prevenzione, ma per quelle prevedibili occorre che il Servizio sanitario pubblico incentivi ogni sforzo per offrire tutti gli interventi possibili. Il Piano sanitario nazionale pone precisi obiettivi per la tutela della salute collettiva, quali la copertura vaccinale di almeno il 95% della popolazione sotto i due anni, la profilassi vaccinale contro l’influenza di almeno il 75% per i soggetti sopra i 64 anni, il controllo e la riduzione delle infezioni ospedaliere, il monitoraggio della terapia antitubercolare. Tali obiettivi recepiti dal Piano sanitario regionale, impongono ai servizi sanitari un nuovo assetto organizzativo mirato a migliorare le procedure operative di tutte le attività di prevenzione. Altro elemento indispensabile per raggiungere i risultati attesi è la coesione delle volontà e della collaborazione di tutte le strutture sanitarie preposte alla tutela della salute pubblica, sia a carattere scientifico che istituzionale, che operativo territoriale. Il Servizio Sanità della Regione ha sempre ritenuto fondamentale per il successo degli interventi di prevenzione sia la corretta e capillare informazione del personale sanitario agli utenti che l’applicazione di omogenee modalità operative su tutto il territorio. E a tale scopo ha predisposto protocolli regionali per l’offerta attiva delle vaccinazioni soprattutto quelle raccomandate, affinché ad ogni cittadino sia garantita la medesima opportunità di profilassi.“ Il tema della situazione vaccinale nei bambini marchigiani al di sotto dei due anni, era oggetto della relazione del dott. Gualtiero Grilli del Dipartimento di prevenzione della ASL 5 di Jesi. “ Abbiamo condotto un’indagine - ha spiegato Grilli- su un campione sistematico composto dai primi 100 bambini nati nel ’97 nei territori di competenza delle 13 ASL marchigiane. Il dato che emerge è che l’obiettivo della copertura vaccinale relativamente a quelle obbligatorie ( antipolio- antidifterica - antitetanica e antiepatite) è pienamente realizzato. Siamo sull’ordine del 99% in tutte le ASL. L’indagine comprendeva anche le vaccinazioni raccomandate (pertosse, morbillo, parotite, rosolia ecc.) e su questo settore si registrano percentuali molto soddisfacenti , con una punta massima del 91% consolidata in tutte le ASL, per quello che riguarda la pertosse. Anche per il morbillo esiste una copertura elevata ( 74%), si sono registrati aumenti notevoli, ma non ancora a regime secondo i piani vaccinali che hanno come obiettivo l’ eradicazione della malattia. Dobbiamo quindi incentivare maggiormente questo tipo di vaccinazione. Per quello che riguarda anche un particolare vaccino contro un tipo di meningite ( haemophilus influentiae di tipo B), nonostante sia stato introdotto nei primi mesi del 96, si è registrata una media sopra il 50%. In generale quindi abbiamo una situazione molto positiva, con un trend in continua crescita anche rispetto agli anni precedenti che già avevano registrato percentuali soddisfacenti. (ad’e)