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12/11/1999

IL MODELLO MARCHIGIANO E LA COMUNICAZIONE D'IMPRESA

“Le Marche sono orgogliose di aver ospitato un importante convegno nazionale sulla comunicazione d’impresa, perché questa scelta dimostra che il nostro modello di sviluppo, caratterizzato da un fitto tessuto di piccole e medie imprese, susciti interesse e sia imitato da molte altre realtà territoriali, anche fuori del nostro Paese.” Con questo messaggio il presidente della giunta regionale, Vito D’Ambrosio, ha aperto il 47° convegno promosso dall’ASCAI (Associazione per lo sviluppo delle comunicazioni aziendali in Italia) e con il patrocinio della Regione Marche sul tema Comunicazione 2000 fra globalizzazione e localismi. “Occorre puntare ad un’alleanza – ha inoltre aggiunto D’Ambrosio – tra comunicatori della Pubblica Amministrazione e aziendali per costruire modelli economico-sociali avanzati, che non si limitino solo ai processi di produzione dei singoli beni, che pure vanno comunicati in maniera corretta ed efficace. Dobbiamo rivolgerci in particolare ai giovani affinché i futuri imprenditori sappiano creare modelli sempre più attenti alla qualità della vita e non è certo un caso se le aspettative di vita nelle Marche sono oggi tra le più alte in Italia.” “I marchigiani – ha poi affermato nel suo saluto ai partecipanti il presidente della Camera di Commercio di Ancona, Augusto Bocchini – producono un ottimo arrosto e poco fumo”, un modo per sottolineare come sia ancora poco sviluppata la capacità di comunicare bene ciò che si riesce a fare e a produrre nella nostra regione. Sempre secondo Bocchini “le imprese sono ancora molto legate alla fase produttiva e meno a quella accessoria, che comprende il marketing e la comunicazione, fattori che invece andrebbero moltiplicati tenuto anche conto del delicato passaggio generazionale che stanno vivendo al loro interno le nostre aziende. La Camera di Commercio si appresta a portare avanti un progetto di marketing territoriale in cui la comunicazione ne sarà il fulcro.” Il convegno è entrato nel vivo con la relazione del presidente della Confindustria delle Marche, Adolfo Guzzini, letta dal direttore dell’organizzazione Giorgio Catucci a causa di un grave lutto familiare che ha colpito il presidente degli imprenditori marchigiani. Nello sviluppare il tema della Grande impresa di fronte allo scenario della globalizzazione, Guzzini ha sottolineato che il mercato globale non può essere considerato solo ed esclusivamente come occasione di pura espansione del mercato ed opportunità di riduzione dei costi di produzione, ma come possibilità culturali di scambio di conoscenze e pertanto di costante arricchimento delle aziende e quindi del sistema in cui esse operano. Anche la comunicazione – ha posto in rilevo Guzzini – deve essere utilizzata per distinguersi e naturalmente non può essere fondata semplicemente sul prodotto, ma deve evidenziare le qualità precipue del modus operandi dell’azienda stessa. Negli anni ’90 la comunicazione più innovativa si è basata sull’identità, nei prossimi anni si svilupperà più una comunicazione dell’immaginario a cui l’azienda si ispira. Questo modello dell’immaginario ha in sé proprio la capacità di poter essere di base sia alla comunicazione verso il mercato globale sia verso l’organizzazione aziendale, basandosi necessariamente sull’amplificazione delle caratteristiche particolari e proprie di quell’azienda. Dove può reperire l’azienda persone che rispondano a queste esigenze? si è chiesto Guzzini. “Le piccole e medie imprese, saldamente radicate nel proprio territorio, - è la sua convinzione - possono trovare un grande aiuto nelle istituzioni scolastiche e nelle amministrazioni pubbliche per favorire una formazione aperta verso un costante aggiornamento delle proprie conoscenze”. Il direttore di Confindustria Catucci ha espresso, infine, l’avviso che solo facendo sistema e comunicando correttamente, il localismo potrà continuare ad essere un fattore vincente. Notevoli spunti sono inoltre giunti dalle altre relazioni. Il prof. Enzo Rullani del Dipartimento di economia aziendale dell’Università di Padova ha affermato che la globalizzazione sarà positiva solo nella misura in cui sapremo creare “reti” e “aperture”. La complessità è in aumento così come i rischi per i soggetti del mercato globale. Le idee sono tante ma rischiano di essere infruttifere se non si trovano i mezzi per moltiplicarne i vantaggi (si vende su mercati amplissimi). E’ necessario passare dalle reti locali alle reti globali dove i nostri territori siano circuiti aperti e i sistemi locali accelerino le economie di scala. Per il prof. Aldo Gargani del Dipartimento di filosofia dell’Università di Pisa, il modello prescrittivo di impresa (quello dell’economia classica) è cambiato e negli aziendalisti si vive una esperienza di incertezza. Le relazioni all’interno dell’azienda hanno abbandonato il verticismo per passare ad un atteggiamento di ascolto del mondo esterno. La comunicazione è importante nella nuova organizzazione, perché sancisce la cultura d’impresa, in cui l’uomo diventa un autore, un soggetto etico pratico e l’intuizione assume un ruolo determinante. Di particolare significato anche la presentazione di casi positivi nel rapporto tra comunicazione e imprese da parte di aziende marchigiane tra le quali la Banca delle Marche, il Gruppo Angelini, i Fratelli Guzzini e Tecom Multimedia. Molto ricco il dibattito, con interventi, tra gli altri, sia del presidente dell’ASCAI Paolo Benzoni che dell’Amministratore delegato Massimo Scalise il quale ha tratto le conclusioni dell’incontro.