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15/10/1999

CENTRI PER L'IMPIEGO: INDIVIDUATI 13 BACINI DI UTENZA

Il territorio marchigiano è stato suddiviso in 13 bacini di utenza all’interno dei quali saranno istituiti i Centri per l’impiego. Lo ha stabilito la giunta regionale con una specifica deliberazione ad iniziativa del vice presidente e assessore ai problemi del lavoro, Emilio Berionni. Tale decisione è stata adottata ai sensi dell’art. 21 della L.R. n. 38/98, normativa che attua nelle Marche il dispositivo del Decreto legislativo 4469/97 il quale ha profondamente modificato la disciplina del mercato del lavoro. I bacini sono così articolati : 4 nella provincia di Ancona (Ancona, Jesi, Fabriano e Senigallia), 3 in quella di Ascoli Piceno (Ascoli Piceno, Fermo e San Benedetto), 3 a Macerata (Macerata, Camerino e Civitanova Marche) e altrettanti, infine, in quella di Pesaro (Pesaro, Urbino e Fano). La Commissione regionale per il lavoro (art. 5 della L.R. 38/98) e la Conferenza interistituzionale di coordinamento regionale (art. 7 della L.R. 38/98) hanno espresso parere favorevole, la prima con una sola astensione e la seconda all’unanimità. L’indicazione dei bacini è inoltre stata oggetto, come ha spiegato lo stesso Berionni, anche di un’ampia concertazione: con gli assessori alla formazione professionale delle quattro Amministrazioni provinciali, con i Rettori delle Università delle Marche e con i quattro Provveditori agli studi proprio per quello stretto raccordo che deve esistere fra formazione e istruzione e mercato del lavoro. Nell’individuazione dei bacini vi è stato, naturalmente, il vincolo posto dal Decreto legislativo che ha stabilito una dimensione territoriale non inferiore a 100 mila abitanti. E’ utile inoltre ricordare che la L.R. n. 38/98 disegna un modello organizzativo territoriale caratterizzato da un forte decentramento: infatti a fianco dei Centri per l’impiego prevede i centri locali per la Formazione e la partecipazione degli Enti locali in forma associata. Ogni singola Provincia potrà adottare in maniera più o meno articolata il modello organizzativo previsto dalla L.R. n. 38/98, tenendo conto delle indicazioni e delle linee guida per l’individuazione degli standard di qualità dei servizi per l’impiego che la Regione intende fornire alle Amministrazioni provinciali, ricomprendendoli nel redigendo piano triennale per gli interventi di politica attiva e formazione professionale. E’ possibile quindi prefigurare nelle realtà provinciali la presenza di una rete diffusa che si occuperà della gestione integrata dei servizi per il lavoro raccordati con il sistema della formazione professionale, per garantire una migliore fruibilità e raggiungibilità dei servizi ed una più elevata qualità degli stessi.