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Sono stati sollevati casi di presunte discriminazioni sindacali nei confronti di dipendenti del Servizio sanitario regionale, a Jesi e in altri luoghi delle Marche.
Si tratta di affermazioni delicate sulle quali ho già avviato un approfondimento e risponderò puntualmente alle questioni sollevate, a quelle relative a Jesi in primo luogo, non appena avrà terminato l’indagine.
Chi conosce la mia storia personale, la mia cultura e le ragioni della mia militanza politica non può in alcun modo pensare che da parte mia o delle strutture che coordino politicamente vi siano atteggiamenti persecutori verso quanti non condividono le scelte di politica sanitaria regionale. Il confronto è soprattutto dialettica e le diversità di opinione arricchiscono i soggetti che dialogano.
I ruoli degli operatori del Servizio sanitario regionale debbono essere determinati unicamente dalle professionalità e dalle competenze, che nel campo sanitario possono essere, tra l’altro, facilmente documentate e provate. Tessere o appartenenze, a questa o a quella Organizzazione, non debbono essere mai strumento di favoritismo o di persecuzione. A questa morale ho sempre ispirato la mia azione.
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