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30/09/2002

RICOSTRUZIONE, PREOCCUPAZIONE PER LA FINANZIARIA 2003

Affidabilità, velocità, trasparenza e sicurezza. Sono le caratteristiche della ricostruzione avviata nelle Marche, dopo la crisi sismica di cinque anni fa. Elementi che fanno del modello “umbro – marchigiano” un punto di riferimento nazionale per la gestione delle emergenze di protezione civile. È quanto emerso, a Fabriano, nel corso della cerimonia di commemorazione dell’evento. Cinque anni fa la terra ha tremato, mettendo in ginocchia una vasta porzione del territorio regionale. La ricostruzione ha permesso di guarire gran parte delle ferite impresse al tessuto abitativo e infrastrutturale, ma c’è ancora da lavorare per ultimare i lavori. C’è bisogno, soprattutto, che il governo nazionale non interrompa il flusso di finanziamenti promessi. Una preoccupazione che accomuna amministratori regionali e locali. “Siamo fortemente preoccupati, ma non ancora allarmati, perché confidiamo nel buon senso diffuso - ha affermato il presidente della Regione, Vito D’Ambrosio - Certamente le premesse della manovra finanziaria, con la diminuzione dei trasferimenti, non fanno presagire nulla di buono. Abbiamo bisogno che la ricostruzione proceda regolarmente, senza interruzione dei flussi finanziari necessari. Al governo chiediamo una continuità nella erogazione delle risorse economiche”. “La ricostruzione - ha ribadito il vicepresidente Gian Mario Spacca - è un processo complesso che, se viene interrotto, non riparte automaticamente. Troppe variabili sono in gioco. Si rischia di compromettere un meccanismo che ha funzionato perfettamente. Occorre un’azione congiunta e partecipata, affinché la finanziaria recepisca le nostre esigenze”. Un invito condiviso dal sindaco di Fabriano, Roberto Sorci, che si è rammaricato per l’assenza dei parlamentari del centrodestra alla riunione: “Non vederli preoccupa, viste le difficoltà esistenti e la risposta che la politica deve fornire ai terremotati”. Quella della Giunta regionale è un timore che avvertono anche deputati e senatori marchigiani del centrosinistra. Secondo Marisa Abbondanzieri, con una ricostruzione “della qualità, quantità e onestà, Marche e Umbria hanno fornito alla nazione un tratto di normalità, che dovrebbe essere la caratteristica di questo Paese”. Renato Galeazzi ha parlato di una mancanza di rispetto verso il federalismo: “Le risorse si stanziano sulla base delle esigenze del territorio, non delle programmazioni verticistiche”. Luigi Giacco ha auspicato una collaborazione di tutte le forze politiche, per consentire lo stanziamento delle risorse necessarie nel 2003 (circa 695 milioni di euro). “La ricostruzione rappresenta un volano per far crescere la regione - ha ribadito Leonardo Lippi, presidente Anci Marche Terremoto - Per lo Stato non è un costo, dal momento che restituiremo quanto assegnato attraverso il rilancio economico delle zone montane”. Timori per la Finanziaria 2003 sono stati espressi anche dalla Conferenza episcopale marchigiana, attraverso don Cesare Recanatini: “La Chiesa è preoccupata per l’eventuale interruzione nella continuità delle risorse. Chiede garanzie per i lavori avviati, che devono trovare sufficiente copertura economica. Quello ecclesiastico rappresenta la quota più consistente del patrimonio culturale danneggiato dal terremoto. I suoi edifici sono tra i più utilizzati dalla comunità”.