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08/10/2001

FARMACOVIGILANZA : 1 MILIARDO E 300 MILIONI ALLE AZIENDE SANITARIE . SI PUNTA AD ACCERTARE GLI EFFETTI INDESIDERATI DELL'USO DEI MEDICINALI

La Giunta regionale ha ripartito tra le Aziende sanitarie e ospedaliere delle Marche la somma di 1 miliardo e 290 milioni per realizzare iniziative di vigilanza sull’uso dei farmaci. Il provvedimento, approvato su iniziativa dell’assessore alla sanità Augusto Melappioni, è volto, in particolare, a valutare il rischio derivante dall’uso dei medicinali e a monitorarne l’incidenza, in caso di eventuali effetti indesiderati. La Giunta ha anche individuato, per ciascuna delle sedici aziende sanitarie e per l’Inrca, i responsabili che dovranno raccogliere e trasmettere, per via telematica, i dati sull’incidenza delle reazioni avverse. L’esecutivo ha, inoltre, deciso di costituire un gruppo di lavoro per valutare l’efficacia delle disposizioni di farmacovigilanza e per verificare la compatibilità tra le risorse disponibili e le reali esigenze degli assistiti. L’obiettivo è fornire utili informazioni agli operatori sanitari sulla sicurezza dei medicinali e controllare la spesa farmaceutica convenzionata ed ospedaliera. Tutti i dati – è scritto nella delibera - saranno messi in rete entro l’anno, al fine di consentire la trasmissione in tempo reale delle informazioni raccolte. In tal modo, sarà possibile migliorare anche i progetti, già avviati, sul monitoraggio dell’impiego di nuovi farmaci su soggetti affetti da epatite C (specialità medicinali a base di Ribavirina), morbo di Alzheimer (Donepezil, Rivastigmina, Galantamina) e artrite reumatoide ( Infliximab, Etarnecept). La vigilanza farmacologica è affidata a medici, farmacisti ed operatori sanitari, che dovrebbero segnalare spontaneamente le reazioni avverse dei medicinali all’autorità sanitaria, affinché possa attuare le iniziative opportune per la tutela dei consumatori. Nelle Marche, dove il consumo di farmaci è piuttosto elevato e la spesa sanitaria pro capite superiore alla media nazionale, l’attività di segnalazione degli effetti indesiderati dei farmaci è piuttosto scarsa, rispetto alle regioni del Nord. Nel ’99 sono stati segnalati 217 casi, 63 nel 2000 e 89 nei primi dieci mesi di quest’anno. In particolare, risultano del tutto assenti o scarsissimi i casi di segnalazione nelle Aziende ospedaliere di Ancona del "Lancisi", del "Salesi", dell’"Umberto I°" e dell’Inrca. Piuttosto carenti anche i dati relativi alle patologie iatrogene manifestatesi tra anziani, donne in gravidanza, bambini e nei soggetti che solitamente fanno uso di più farmaci. Molteplici i motivi che impediscono agli operatori sanitari di assicurare una corretta vigilanza; tra questi, l’erronea convinzione che siano commercializzati solo farmaci "sicuri", il timore di un coinvolgimento in cause legali, la difficoltà nel riconoscere le reazioni avverse e, soprattutto, la scarsa conoscenza della normativa sulla sorveglianza e sulle procedure di segnalazione. Eppure il fenomeno della patologia iatrogena non è affatto da sottovalutare: negli Stati Uniti, ad esempio, rappresenta una delle principali cause di morte; ma anche in Italia non mancano casi allarmanti. Già quarant’anni fa, a seguito della somministrazione su donne incinte del talidomide, psicofarmaco prodotto da un’industria tedesca, erano nati migliaia di bambini focomelici; di recente, è stato sequestrato sull’intero territorio nazionale un particolare tipo di collirio che provocava edema corneale; ultimo caso, il ritiro dal mercato di medicinali anticolesterolo a base di cerivastatina, come Lipobay, Stativa, Cervasta, responsabile di gravi lesioni muscolari e renali. Da qui la necessità, sottolinea l’assessore Melappioni, di migliorare la pratica delle segnalazioni spontanee mediante un più efficace sistema di vigilanza degli effetti indesiderati dei medicinali. (s.p.)