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11/04/2001

SETTE NUOVE AREE FLORISTICHE PROTETTE: CINQUE NEL PESARESE E DUE NELL'ASCOLANO.

Non è molto noto (ma forse è meglio così) che orchidee rarissime, abeti bianchi plurisecolari e ormai quasi scomparsi o specie interessanti dal nome curioso come il “narciso poetico”, vivano sul nostro territorio e potranno proseguire il loro ciclo vitale grazie anche a specifiche azioni di tutela. Una di queste è la creazione di sette nuove aree floristiche protette che la giunta regionale ha recentemente approvato su proposta dell’assessore all’Ambiente, Roberto Ottaviani. La proposta deliberativa interessa la tutela ambientale di cinque aree nel Pesarese e due nell’Ascolano. Salgono così complessivamente a 109 le aree floristiche del territorio marchigiano. L’atto è stato inviato all’esame della Commissione consiliare competente che dovrà esprimere il parere in base all’articolo 7 della legge regionale 52/74. Le aree ricadono nei territori di cinque Comuni della provincia di Pesaro-Urbino. A Novafeltria: Monte Ceti (area n.3); Monte Pincio e Monte della Perticara (area n. 106);a Maiolo,: Monti di Maiolo (area n. 108); a Fossombrone: Montalto Tarugo (area n. 109) Talamello: Monte Pincio e Monte della Perticara (area n. 106 a cavallo con il Comune di Novafeltria); a Sant’Agata Feltria: Monte Ercole (area n. 107). Nell’Ascolano la tutela di due aree floristiche interessa il territorio del comune di Arquata del Tronto: l’area n. 104 Versante settentrionale dei Monti della Laga e l’area n. 105 Monti della Laga . Concluso l’iter per assumere il parere della commissione consiliare, il successivo atto per la definitiva delimitazione delle aree floristiche, sarà il decreto del presidente della giunta regionale. (ad’e) Le caratteristiche delle sette nuove aree floristiche Monte Ceti – Novafeltria (PU) Altitudine: dai 225 ai 431 metri. Ambiente: Il Monte Ceti riveste grande interesse come emergenza geologica poiché fa parte di rilievi noti come “Esotici della Val Mareccha”. I substrati sono riferibili alla formazione di San Marino, (Miocene medio-inferiore), di Acquaviva (Tortoniano superiore) e al Paleogene. Flora e vegetazione: è prevalente la vegetazione arborea costituita da elementi del querceto xerofilo. Le pareti rocciose, i luoghi erbosi e gli arbusteti ospitano una flora naturalisticamente interessante che comprende specie termofile e xerofile rare o sporadiche nella Val Marecchia e generalmente poco comuni nell’area settentrionale marchigiana. Interesse botanico: tra le altre, di rara reperibilità l’Achillea ageratum, la Clematis recta particolarmente rara ed altre interessanti per la Val Marecchia come la Melica transilvanica, la Rosa sempervirens, l’Ononis reclinata e pusilla, la Phillyrea latifolia , la Campanula erimus. Monte Pincio – Novafeltria e Talamello (PU) Altitudine : da 400 a 884 metri Ambiente: complesso di boschi da mesofili a xerofili, luoghi erbosi e arbusteti , pareti rocciose rappresentate da molasse e conglomerati del Pliocene inferiore. Flora e vegetazione: boschi costituiti da querceti, castagneti e ostrieti (Roverella, Castagno, Orniello, Carpino nero, Acero, Tiglio ed altre ) Interesse botanico: Una flora ricca di numerose specie anche molto rare, rare o sporadiche in tutta la regione, specie al nord. Tra esse, l‘Asparagus tenuifolius ( prima stazione segnalata con sicurezza nelle Marche). Erythronium dens canis ( presente solo in pochissime località del Montefeltro) Tilia cordata ( estremamente localizzata), Nespolo e molte altre. Monte Ercole – Sant’Agata Feltria e Novafletria (PU). Altitudine: da 700 a 939 metri Ambiente : l’area comprende prevalentemente boschi, radure e arbusteti e insiste sulla formazione arenacea di Monte Senario del Paleogene. Flora e vegetazione: boschi mesofiili, castagneti misti ( Castagno, Rovere, Cerro, Acero, Carpino) e numerose rare specie erbacee . Interesse botanico: meritano particolare attenzione specie rare e localizzate come il rovere la Tilia cordata, Leucojum vernum ( unica stazione nota con sicurezza nelle Marche) Lathyrus sylvestris ecc.. Monti di Maiolo - Maiolo (PU) Altitudine : da 350 a 624 metri Ambiente: complesso di ambienti rocciosi e rupestri,boschi e arbusteti, pascoli da mediamente freschi e calanchi non molto estesi, ma certamente fra i più interessanti e spettacolari della regione sotto il profilo paesaggistico e naturalistico. Le formazioni rocciose sono costituite da calcari e calcari marnosi dell’Eocene, calcareniti anche della formazione del Fumaiolo ( Miocene inferiore), argille sabbiose, arenarie e conglomerati poligenici del Pliocene inferiore. Flora e vegetazione: un territorio molto diversificato che ospita vari tipi di ambiente anche se non molto estesa. Nelle esposizioni più calde, la Roverella, l’Orniello, il Carpino nero, il Citiso. Nel versante nord, sotto al vetta, prevale un bosco mesofilo di castagneti e ostrieti. Nel sottobosco sono presenti specie rare e interessanti, particolarmente interessante la vegetazione che colonizza i calanchi dove sono presenti specie erbacee estremamente rare nelle Marche o addirittura uniche. Interesse botanico: specie notevoli come Olivello spinoso, Rosa agrestis, Astragalus sesameus, Terebinto, Achillea nobilis. Di particolare importanza la flora dei calanchi : Bromus alopecurus e Trifolium obscurus (solo in questa stazione). Da segnalare l’abbondanza dell’ Artemisia caerulescens, endemismo tosco-emiliano-romagnolo, vivente di solito sulle argille delle formazioni calanchive e conosciute nelle Marche solo nella Val Marecchia. Montalto Tarugo – Fossombrone (PU) Altitudine: da 200 a 476 metri Ambiente: luoghi boschivi e arbusteti, aree coltivate , pascoli e luoghi erbosi e incolti che insistono sulla formazione del Bisciaro e dello Schlier Flora e vegetazione: lembi di querceto caducifoglio mesofilo con Roverella , Carpino nero, Orniello. Fra gli arbusti è frequente l’Erica arborea con popolamenti pressochè puri e di grande estensione. Interesse botanico: importante la presenza di Citiso nero noto in pochissime località delle Marche, quasi tutte in questa provincia. Fra le specie rare , due orchidee: la rarissima Serapias cordigera e Dactylorhiza romana , nota in pochissime località della regione e con varie abbondanti popolazioni. Versante settentrionale dei Monti della Laga – Arquata del Tronto (AP) Altitudine : da 398 a 1200 metri Ambiente :l’area corrisponde al settore nord dei monti della Laga compreso tra Arquata e Acquasanta. Pendici abbastanza acclivi, nel complesso omogenee con potenti banconi di arenaria. Flora e vegetazione: esclusivamente boschiva con formazioni di cerro, castagno e faggio alle quote più elevate. Esistono poi boschetti di pioppo tremulo e nocciolo, che rivestono grande interesse nel dinamismo della vegetazione. Interesse botanico: è dato dalla vastità e continuità della copertura forestale e dalla flora nemorale dei boschi di castagno. Monti della Laga – Arquata del Tronto (AP) Altitudine: dal 980 a 2073 metri Ambiente : un’area floristica che inizia con il Monte Comunitore ( 1693 metri) , prosegue attraverso il Passo di Chino (1581 metri), il Monte Scalandro (1649 metri) e giunge fino alla Macera della Morte (2073 metri). Il substrato litologico è costituito da molasse, cioè arenarie stratificate. Particolare la conformazione di questi rilievi che hanno versanti molto asimmetrici, da una parte profili addolciti e sul versante opposto precipizi e strapiombi. Flora e vegetazione: di tipo privativo forestale. Pascoli di origine secondaria, ricavati a a seguito della faggeta con diverse specie, dai nomi anche curiosi come il Narcissus poeticus o il Dianthus deltoides ma anche il Vaccinium myrtillus o l’Anthoxanthum odoratum. Sul Monte Comunitore si trovano specie significative, tra le molte altre la Pedicularis foliosa o il geranium selvaticum ; sullo Scalandro l’asfodelo e la campanula spicata. Il bosco presenta qua e là qualche faggio secolare che conferisce alla zona una suggestiva fisionomia. Particolarmente interessanti nella flora la Corallorhiza trifida e Orthilia secunda. Una stazione spontanea di Abete bianco si trova nella Valle della Corte con alberi di dimensioni varie fino a quelli ultrasecolari con tronchi che superano il metro di diametro. Interesse botanico: L’area è interessante per il tipo di pascolo di tipo acidofilo, cioè il nardeto poco diffuso nelle Marche e che ospita specie rare. Selva Piana costituisce una delle faggete più estese del territorio regionale. La stazione di abete bianco rappresenta un bosco residuo di una specie ormai scomparsa dalle Marche, se si eccettua Bocca Trabaria.