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19/03/2001

BSE. INCONTRI PER FARE IL PUNTO. DOMANI NE DISCUTE LA GIUNTA.

Nella mattinata si sono susseguite riunioni sull’emergenza BSE nelle Marche, anche alla luce del caso rivelatosi non negativo alle analisi del test rapido. Agli incontri, oltre ai tecnici dei Servizi interessati, hanno partecipato gli assessori all’Agricoltura e alla Sanità, Agostini e Melappioni, che hanno poi riferito allo stesso presidente D’Ambrosio. Il caso di Serralta Come noto, si tratta di una vacca da latte frisona pezzata nera, macellata a Senigallia d’urgenza, in quanto, oltre ad essere giunta a fine carriera, accusava problemi di ordine sanitario; l’animale faceva parte di un’azienda di Serralta di San Severino, dove era nata, alla fine del ’94. Naturalmente si stanno facendo - anche prima del definitivo accertamento delle analisi, che si conoscerà tra giovedì e venerdì – ipotesi sulle cause dell’eventuale malattia. Si sta verificando se la trasmissione potrebbe essere di tipo orizzontale - cioè alimentare, ipotesi che al momento si esclude: non si sarebbe fatto uso di farine animali e l’allevatore è in grado di esibire la certificazione sugli acquisti di mangimi effettuati – oppure verticale, cioè madre-figlia, la vacca in questione infatti risulta essere nipote di una acquistata nel cremonese agli inizi degli anni ’90, momento in cui l’azienda effettuò una totale riconversione da pezzate rosse a pezzate nere. Precisazioni sulla trasmissione del morbo Il responsabile del coordinamento regionale tra i Servizi della giunta, dott. Giuseppe Pandolfi, ha riassunto i punti fondamentali per una corretta informazione ai consumatori: · tutti i casi positivi di BSE fino ad ora riscontrati in Italia hanno interessato animali destinati alla produzione di latte; · la vacca in questione, che rientra come detto in questa categoria, non era destinata al circuito commerciale locale in quanto, nei punti vendita regionali viene commercializzata carne di animali giovani (max 24 mesi), di razze pregiate, allevate esclusivamente per la produzione di carne; · i test rapidi si stanno regolarmente effettuando su tutti i capi macellati che hanno più di 30 mesi: solo quelli che risultano negativi vengono immessi nella catena alimentare; · le parti a rischio (nella sostanza quelle “molli) di tutti gli animali che superano i 12 mesi vengono eliminate per essere distrutte (misura in vigore già a partire dal 1 ottobre 2000). Sono solo queste le parti che possono eventualmente rappresentare un pericolo: una precisazione importante, in quanto le altre non costituiscono rischio; Come si sta procedendo Una seria anagrafe bovina è l’elemento base per l’istituzione della tracciabilità, già prevista dalla normativa comunitaria ed in parte già operante nelle Marche. Il patrimonio bovino regionale ammonta a circa 80 mila capi, di questi 60 mila sono destinati alla sola produzione di carne. L’anagrafe si sta completando, ha avuto un significativo balzo in avanti negli ultimi mesi e si conta di poterla concludere entro aprile: esistono alcuni punti critici sul territorio, che comunque sono stati individuati e sono oggetto di una particolare attenzione della Regione, anche attraverso il lavoro del Servizio Informatica. La giunta, entro la settimana, prenderà iniziative per risolvere definitivamente due problemi specifici: il trasporto e l’immagazzinamento del materiale destinato ad essere distrutto e inoltre, la trasformazione e l’incenerimento dello stesso materiale. La soluzione di questi problemi è oggi possibile a seguito dell’entrata in vigore della legge 49/2001, che ha fissato gli importi di parte pubblica per l’intera filiera carne, rendendo quindi possibile l’instaurarsi di rapporti con i soggetti interessati. Su tutti questi punti estremamente concreti la giunta di domani, assumerà impegni specifici, mentre nei prossimi giorni si svolgerà un incontro con le categorie interessate. (e.r.)