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12/03/2001

FEDERALISMO: COSA CAMBIA PER I MARCHIGIANI

Più potere alle autonomie locali e maggiore tutela dei bisogni del cittadino che, con il pagamento delle tasse, potrà finanzierà direttamente i servizi che riceve. Queste, in sintesi, le principali novità introdotte dalla legge di riforma costituzionale sul federalismo, approvata nei giorni scorsi dalla Camera e dal Senato. " Il nuovo ordinamento federale - rileva Vito D’Ambrosio, presidente della Giunta Regionale – segna l’avvio di un processo federativo che comincia già a produrre effetti concreti sulla qualità del rapporto tra cittadini ed istituzioni". D’Ambrosio sottolinea, inoltre, che "il dibattito sull’elaborazione del nuovo Statuto regionale può trarre spunti significativi da questo nuovo quadro legislativo e che può essere rilanciata l’iniziativa politica del sistema delle autonomie locali tendente ad assicurare la presenza di Comuni, Province e Regioni negli organismi del nuovo stato federale". Il testo di riforma, licenziato dopo un lungo dibattito, aumenta il potere legislativo della Regione, estendendolo a materie che riguardano direttamente il cittadino, come la scuola, la sanità, l’ambiente, il commercio con l’estero, sinora di competenza quasi esclusivamente statale. Inoltre, la Regione ha piena autonomia legislativa in tutte le materie non espressamente riservate allo Stato: politica estera, difesa, moneta, porti e aeroporti, protezione civile, anagrafe, dogane e confini, giustizia civile, penale e amministrativa, previdenza complementare e integrativa, Casse di risparmio, istituzione dei giudici di pace. Ciò pone le premesse per un avvicinamento tra cittadini ed enti locali, che potranno intervenire anche in materia di pubblica sicurezza, nella definizione delle quote di ingresso degli immigrati e nel processo legislativo dell’Unione Europea. Oltre al Comitato regionale di controllo (Coreco), scompare pure il Commissario di Governo, figura emblematica del vecchio stato centralista, il cui compito è quello di verificare la corrispondenza alle norme statali delle funzioni legislative ed amministrative delle Regioni. La riforma, inoltre, dà maggiore spazio al coordinamento tra Comuni e Province e riconosce le Città Metropolitane quali enti autonomi e con propri statuti che, insieme a Stato, Regioni, Province e Comuni, fanno parte integrante della Repubblica. Nella gestione dei servizi pubblici, favorisce "l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli o associati". Il nuovo ordinamento federale attribuisce alla Regione anche il compito di promuovere la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. Importanti le novità introdotte in materia di federalismo fiscale, con la riscrittura dell’articolo 119 della Costituzione: Comuni, Regioni, Province e Città metropolitane avranno risorse autonome e potranno applicare tributi ed entrate propri. Previste anche la compartecipazione degli enti locali al gettito di tributi erariali di competenza territoriale e l’istituzione di un fondo perequativo da devolvere ai territori con minori capacità fiscali, al fine di rimuovere gli squilibri economici e sociali tra gli enti locali. In attesa dell’istituzione della Camera delle Regioni, i rappresentanti degli enti locali potranno, infine, partecipare ai lavori della Commissione parlamentare per le questioni regionali.