Avere la possibilità di formarsi in ogni momento della vita, valorizzando e sviluppando le capacità personali per trasformarle in “credits” nel posto di lavoro. Non più quindi canali separati, fasi di studio e di formazione, scandite dall’età o dai percorsi scolastici e lavorativi , ma un sistema di formazione permanente per gli adulti che comprenda l’insieme delle opportunità educative formali (istruzione e formazione professionale certificata ) e non formali ( cultura, educazione sanitaria, sociale ecc.) . E’ questo l’obiettivo e la tendenza in atto in Europa e in Italia, da seguire adeguando e potenziando il sistema dell’Educazione degli Adulti. Ed è stato anche il tema trattato ieri in un incontro promosso dall’assessore alla Formazione professionale, Cristina Cecchini con la dirigenza scolastica a cui fanno capo i 9 Centri di Educazione degli Adulti della regione. Una consultazione del sistema scolastico per discutere insieme i criteri sui quali si baserà l’atto di recepimento della giunta regionale per l’applicazione dell’Accordo del 2 marzo 2000 della Conferenza Stato-Regioni sulla riorganizzazione e il potenziamento dell’educazione permanente degli adulti; le finalità e le modalità di attuazione del Fondo Sociale Europeo (FSE) che stanzierà a sostegno di questo comparto 26 miliardi in 6 anni (3 miliardi e 200 milioni per il 2000/2001) e i criteri di ripartizione dei fondi del Ministero della Pubblica Istruzione. Su quest’ultimo punto, l’assessore Cecchini ha avanzato una proposta pienamente condivisa dai rappresentanti del mondo scolastico: destinare i fondi ministeriali alla qualificazione dei 9 Centri Eda esistenti e le risorse regionali alla creazione di 4 nuovi centri territoriali permanenti (CTP).
“Di fronte ad una crescente domanda di formazione da parte di fasce di popolazione di ogni età e condizione sociale - ha affermato Cristina Cecchini – e in considerazione delle potenzialità che il sistema scolastico sta sviluppando a seguito della riforma scolastica, occorre in primo luogo costruire una visione d’insieme, cambiare l’architettura del sistema di Educazione degli Adulti, attraverso l’impegno comune dei soggetti istituzionali e arrivare ad un sistema realmente integrato di educazione e formazione permanente. In questo senso la Regione è impegnata a gestire e a programmare questa fase di transizione, attraverso la definizione delle funzioni e degli organismi ai diversi livelli istituzionali, promuovendo il coordinamento con le politiche di sviluppo e occupazionali, monitorando i processi di riforma in atto e salvaguardando il patrimonio consolidato dei centri EDA. Ma certamente è un sistema che va potenziato ed è, infatti, prevista la creazione di altri quattro centri territoriali, per arrivare a 13, uniformando le basi di servizio ai cittadini (13 sono anche i centri per l’impiego che hanno un comune bacino d’utenza). Sarà quindi il sistema EDA a garantire la funzione di “amalgama” delle politiche a sostegno della formazione, privilegiando l’aderenza ai bisogni del territorio, sulla base della concertazione da attuare nei comitati locali comunali di prossima istituzione e il raccordo tra le numerose offerte formative, realizzando la sperimentazione di Progetti pilota. Le risorse per arrivare ad un traguardo che la UE ci impone, cioè adeguarsi agli standard Nord europei, dove il 50% della popolazione sopra i 16 anni va in formazione, ci sono e parte di questi la Regione Marche li ha già trasferiti per il 2000 alle quattro Province (2 miliardi e 900 milioni). L’ EDA – ha concluso l’Assessore - è dunque una priorità per poter attivare una rete di sinergie tra sistemi: istruzione, formazione professionale, centri per l’impiego, reti civiche, infrastrutture culturali, imprese, associazioni, Università. Su questa direttrice, il sistema istruzione dell’EDA non può più essere solo un “corsificio” ma è chiamato a qualificarsi come struttura di raccolta e sostegno della domanda formativa, come centro di orientamento, in stretto collegamento con i centri per l’impiego e a proporre accordi di rete tra scuole, soggetti pubblici e privati.” (ad’e)
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