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17/01/2001

SULLA PROPOSTA DI DUE SINDACI DI SOPPRIMERE I CANI RANDAGI. MELAPPIONI: "INACCETTABILE E IN PALESE CONTRASTO CON LE FINALITA' DELLA LEGGE, PROPRIO DA CHI E' CHIAMATO A FARLA OSSERVARE"

“Proporre da parte di un sindaco, massima Autorità sanitaria del Comune, una modifica della legge regionale 10/97 “Norme in materia di animali da affezione e di prevenzione del randagismo” per inserire una norma in palese contrasto con le stesse finalità della normativa, anche nazionale, significa, quantomeno, non averne colto la portata e dare l’immagine radicalmente opposta di una volontà di risolvere positivamente i problemi.” Così è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità e Veterinaria, Augusto Melappioni sulle recenti dichiarazioni dei sindaci di Serra San Quirico e di Sassoferrato. “Una richiesta - prosegue Melappioni – semplicemente improponibile e quindi inaccettabile, che non può essere considerata una provocazione. Perché se era questa l’intenzione, si possono rilasciare dichiarazioni alla stampa, mentre è stato trasmesso ufficialmente un ordine del giorno del Consiglio comunale di Serra San Quirico all’assessorato regionale alla Sanità per chiedere l’introduzione di una norma – la soppressione eutanasica dopo 90 giorni dei cani randagi non reclamati o non affidati – che invece nella legge nazionale e regionale è identificata come espresso divieto (e addirittura reato) se gli animali non sono gravemente malati, incurabili o pericolosi , come deve attestare un certificato sanitario. Quello del mantenimento e della cura degli animali catturati, è, invece, un preciso compito che i Comuni devono assolvere, un servizio da garantire, anche a tutela della salute pubblica,. Certo, si può condividere la difficoltà che possono avere gli Enti locali nell’adempimento di tali funzioni a fronte delle esigue risorse finanziarie, anche se la Regione Marche, che ha disposto dal 91 al 2000 di circa 900 milioni stanziati dallo Stato, ha erogato ai Comuni e alle Comunità montane, nello stesso periodo, 4 miliardi e mezzo di contributi derivanti da fondi regionali, per la costruzione dei canili e il mantenimento degli animali. Ma c’è un’altra considerazione da fare, se si ha la volontà di conoscere e di applicare appieno la normativa regionale: cercare di operare in raccordo tra i diversi soggetti pubblici (ASL, Comuni e Comunità montane). La legge regionale 10/97, infatti, propone una serie di misure per arginare e prevenire il fenomeno del randagismo, come la sterilizzazione, l’istituzione e l’aggiornamento dell’anagrafe canina, che richiederebbe da parte dei Comuni una maggiore collaborazione con le ASL, competenti per queste attività. In considerazione delle dimensioni di taluni Comuni, inoltre, sarebbe opportuna e conveniente l’attivazione di forme consortili che certamente consentirebbero un risparmio dei costi di gestione delle strutture. Vi è anche la possibilità per i Comuni di riferirsi ai canili multizonali e, nel caso specifico, i due comuni appartengono al comprensorio del canile multizonale di Fabriano che è operativo da circa 5 anni. Occorrerebbe, allora, se la questione è considerata urgente, tale da far proporre una richiesta così assurda, una più assidua partecipazione alle occasioni di confronto delle problematiche comuni ai vari enti locali. La stessa legge prevede che i vari soggetti pubblici si confrontino nelle periodiche Conferenze di servizi che la Provincia ha l’obbligo di convocare, anche per informare la Regione sulle problematiche del fenomeno del randagismo che i diversi comuni marchigiani devono affrontare. La Regione Marche è sempre disponibile alla collaborazione e al confronto, ma non ad addossarsi responsabilità che una legge nazionale delega esclusivamente agli enti locali. Insomma, da chi è chiamato dalla legge (art.19) a vigilare e a far osservare le norme in essa contenute, ci si aspetta il “buon esempio”, anche attraverso iniziative di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica per promuovere una cultura di protezione e di sensibilità nei confronti degli animali. Un “buon esempio” in questo senso ci è venuto recentemente da bambini delle scuole elementari marchigiane che hanno aderito alla prima campagna regionale di informazione ( la prima anche a livello nazionale) sul fenomeno del randagismo e dell’abbandono, giovanissimi cittadini che, dopo aver studiato la legge, hanno realizzato bellissimi lavori. “