La Giunta regionale, per iniziativa dell’assessore al personale Cristina Cecchini, ha raggiunto l’accordo con le organizzazioni sindacali, per disciplinare la cessazione consensuale, volontaria ed incentivata del rapporto di lavoro con i dirigenti regionali.
L’intesa riguarda chi abbia almeno cinque anni di servizio in tale ruolo ed abbia già acquisito il diritto alla pensione d’anzianità o lo maturi entro il 31 dicembre 2001.
Le organizzazioni sindacali firmatarie sono la Cgil, la Cisl, la Uil, la Dirma e la CSA.
Dal 20 settembre fino al15 ottobre é aperta la procedura per la domanda, che dovrà indicare la data di fine dell’attività lavorativa, compresa, comunque, fra il 1° ottobre 2000 e il 31 dicembre 2001.
Nel periodo intermedio gli interessati rimarranno in servizio, eventualmente anche in altro incarico, mantenendo i benefici economici attuali.
I criteri per determinare l’incentivazione finanziaria, maggiore o minore in relazione ai diritti acquisiti, si basano su una serie d’istituti economici e su quattro tipi d’inquadramento, in relazione all’anzianità contributiva e anagrafica e a quella maturata nella carriera dirigenziale.
“Un atto importante, perché la Giunta nel primo anno di legislatura – ha dichiarato l’assessore illustrando i temi in premessa all’accordo –, vuole attuare una radicale riforma amministrativa ed organizzativa, superando una frammentazione che è d’ostacolo all’efficacia burocratica ed alla programmazione. Per questi obbiettivi, al contrario, ci vo-gliono un forte coordinamento e una grande duttilità che, contemporaneamente al trasfe-rimento di deleghe, funzioni e personale ad altri enti locali, comportano un’articolazione organizzativa nuova e diversa anche a livello del gruppo dirigente, attraverso competenze più ampie e complesse che seguiranno alla riduzione organica. L’operazione d’incentivazione – ha detto ancora Cristina Cecchini –, di fatto si autofinanzia, grazie ai ri-sparmi sulla spesa regionale che la riduzione d’organico porterà.”
La dotazione di posti dirigenziali che si renderanno vacanti a seguito dell’esodo volontario, infatti, verrà ricoperta al massimo fino al 50 per cento.
|