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21/09/2000

DIRIGENTI, ACCORDO FRA REGIONE E SINDACATI

La Giunta regionale, per iniziativa dell’assessore al personale Cristina Cecchini, ha raggiunto l’accordo con le organizzazioni sindacali, per disciplinare la cessazione consensuale, volontaria ed incentivata del rapporto di lavoro con i dirigenti regionali. L’intesa riguarda chi abbia almeno cinque anni di servizio in tale ruolo ed abbia già acquisito il diritto alla pensione d’anzianità o lo maturi entro il 31 dicembre 2001. Le organizzazioni sindacali firmatarie sono la Cgil, la Cisl, la Uil, la Dirma e la CSA. Dal 20 settembre fino al15 ottobre é aperta la procedura per la domanda, che dovrà indicare la data di fine dell’attività lavorativa, compresa, comunque, fra il 1° ottobre 2000 e il 31 dicembre 2001. Nel periodo intermedio gli interessati rimarranno in servizio, eventualmente anche in altro incarico, mantenendo i benefici economici attuali. I criteri per determinare l’incentivazione finanziaria, maggiore o minore in relazione ai diritti acquisiti, si basano su una serie d’istituti economici e su quattro tipi d’inquadramento, in relazione all’anzianità contributiva e anagrafica e a quella maturata nella carriera dirigenziale. “Un atto importante, perché la Giunta nel primo anno di legislatura – ha dichiarato l’assessore illustrando i temi in premessa all’accordo –, vuole attuare una radicale riforma amministrativa ed organizzativa, superando una frammentazione che è d’ostacolo all’efficacia burocratica ed alla programmazione. Per questi obbiettivi, al contrario, ci vo-gliono un forte coordinamento e una grande duttilità che, contemporaneamente al trasfe-rimento di deleghe, funzioni e personale ad altri enti locali, comportano un’articolazione organizzativa nuova e diversa anche a livello del gruppo dirigente, attraverso competenze più ampie e complesse che seguiranno alla riduzione organica. L’operazione d’incentivazione – ha detto ancora Cristina Cecchini –, di fatto si autofinanzia, grazie ai ri-sparmi sulla spesa regionale che la riduzione d’organico porterà.” La dotazione di posti dirigenziali che si renderanno vacanti a seguito dell’esodo volontario, infatti, verrà ricoperta al massimo fino al 50 per cento.