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20/06/2000

PROGRAMMA DI LEGISLATURA : L'INTERVENTO DI D'AMBROSIO IN CONSIGLIO REGIONALE

Signor Presidente, Signori Consiglieri, Il primo nostro dovere è richiamarci al programma sulla base del quale io sono stato eletto, la maggioranza si è caratterizzata, il governo regionale deve fondarsi. Il programma elettorale noi lo assumiamo con serietà e rigore come la misura di giudizio sui nostri atti di governo e di legislazione. Il patto stretto con gli elettori non sarà per noi un vuoto riferimento: esso fornisce le coordinate per il lavoro di governo e di legislatura di grande spessore e dà le dimensioni del modello di regione che vogliamo costruire. Per queste ragioni di coerenza allego il programma a queste mie dichiarazioni. Nel patto noi sosteniamo: 1.la strategia di uno sviluppo ordinato che rispetti l''ambiente, che valorizzi il patrimonio storico-culturale, che abbia la capacità di proiettarsi verso il futuro e di sviluppare una società dell''informazione e della conoscenza. E tutto ciò con una forte determinazione e convinzione a rafforzare e a modernizzare l''identità regionale. Il nostro ambiente e territorio hanno vissuto e vivono momenti di degrado e sfruttamento non compatibili con una visione di sviluppo sostenibile, ma possiamo affermare di non trovarci di fronte a situazioni degradate o drammatiche. Anzi, molte parti del nostro territorio, rappresentano momenti che possiamo definire di eccellenza, frutto del nostro sistema insediativo diffuso (aree marine, parchi, sistemi sociali, tessuto cittadino periferico). Per questo, partendo dalla volontà di stabilizzare quantomeno lo sviluppo che ci siamo garantiti, è possibile prefiggerci obiettivi di importante miglioramento e valorizzazione del nostro contesto ambientale. La politica ambientale non va più concepita come un intervento di tipo settoriale. L''ambiente deve essere un elemento decisivo per la qualità dello sviluppo che utilizzi le risorse tipiche e positive di questa regione (i beni ambientali, culturali, produzioni locali di qualità) come opportunità di nuovo lavoro, sviluppo della creatività e tutela del patrimonio culturale ed ambientale, per metterci in grado di competere globalmente. Qualità dell''ambiente e sostenibilità dello sviluppo diventano un peculiare elemento di competitività del nostro sistema. In questa politica sta l''obiettivo della risoluzione del problema delle aree ad elevato rischio ambientale. 2. la promozione della cittadinanza regionale è un obiettivo fondamentale se vogliamo consolidare la democrazia e la coesione politica attraverso la partecipazione e l''autogoverno e se vogliamo ottenere un forte consenso per le innovazioni istituzionali. Non possiamo rimanere passivi di fronte al problema della crisi del consenso democratico e dei tradizionali canali della comunicazione politica. La partecipazione politica è un diritto fondamentale della libertà ed è la resistenza più efficace al deterioramento del costume politico: attraverso di essa si esercita il controllo sociale, linfa vitale per il corretto svolgimento delle attività istituzionali, L''informazione corretta e la trasparenza costituiscono capisaldi dell''attività di governo, Nell''ambito dell''obiettivo della tutela dei diritti di cittadinanza, deve inquadrarsi la costruzione di un''Amministrazione regionale agile, competente e motivata, capace di assumere con rigore il metodo della programmazione, di farsi carico delle esigenze delle programmazioni del sistema delle autonomie locali e di realizzazione di un''efficace rete istituzionale, esercitando la funzione di coordinamento, e di intercettare le esigenze della società civile e dell''economia. Lo scenario di sfondo dell''azione del nuovo governo regionale sarà la completa realizzazione di una "Regione d''Europa" e la preparazione dell''amministrazione pubblica, regionale e locale, per affrontare l''impatto delle riforme istituzionali e delle politiche territoriali intraprese dall''Unione Europea. Il completamento di un''amministrazione regionale europea, in termini di modello organizzativo, di procedure e d''apertura verso il cittadino e le organizzazioni di rappresentanza d''interessi, rappresenta uno degli obiettivi fondamentale della VII legislatura. La Regione deve definire un sistema di regole che pongano i cittadini al centro dell’azione amministrativa, fornendo risposte tempestive, chiare ed efficaci alle loro esigenze, anche con l''utilizzo sempre più diffuso dell''informazione digitale. 3. l''innovazione del modello marchigiano per fronteggiare le sfide economiche e culturali poste dalla competizione internazionale tra sistemi regionali e dalla globalizzazione cogliendo tutte le opportunità di crescita e soprattutto promuovendo una politica del lavoro che faccia leva, da un lato sulle espansioni delle attività produttive e dal pieno utilizzo delle risorse umane presenti in tutte le nostre realtà e dall''altro su nuove attività che possono scaturire dalle nuove tecnologie e dallo sviluppo sostenibile. Si tratta di capire che l’evoluzione culturale e tecnologica che stiamo vivendo e che investe sia il mondo produttivo sia la società civile, necessita di un nuovo processo educativo: tale strategia deve coinvolgere i massimi livelli dell’istruzione (e in questo senso dobbiamo assolvere appieno le funzioni che la regione ha in materia di istruzione universitaria) così come tutte le risposte sul piano della formazione professionale che sono in atto (con piena attuazione degli strumenti che investono il governo del mercato del lavoro) e la valorizzazione culturale rivolta alle “fasce deboli” della popolazione (giovani, stranieri, anziani). Una migliore utilizzazione dell''elevata specializzazione produttiva e della capacità di accumulazione del sistema regionale. Per far fronte alle nuove dimensioni della competitività e all''integrazione sempre più spinta dei mercati (internazionalizzazione), continuerà l''impegno della regione a sostenere gli investimenti per l''innovazione e per sollecitare processi aggregativi e cooperativi delle imprese. La Regione intende essere, con gli strumenti già collaudati e con nuove iniziative, un interlocutore attento e un partner efficace, modulando le sue politiche in relazione ai percorsi di crescita del sistema e delle sue articolazioni settoriali e territoriali. Come sosteniamo nel documento programmatico, vogliamo perseguire uno sviluppo economico e sociale capace di consolidare le nostre economie distrettuali, di adeguare e innovare i percorsi formativi alle esigenze dei profondi e rapidi processi di trasformazione sociali, di sostenere la diversificazione e la specializzazione presenti nell''economia marchigiana e fattore peculiare del nostro modello. Contemporaneamente vogliamo costruire un welfare regionale di alto profilo, capace anch''esso di suscitare nuova occupazione; 4.Il lavoro come misura per il giudizio sulla nostra azione di governo. IL processo di formazione delle risorse umane non si esaurisce nella sola formazione finalizzata al miglioramento del processo produttivo ma investe l''adattamento di tutta la società alle innovazioni. La società dell''informazione può enormemente favorire la crescita, l''occupazione e soprattutto un consapevole coinvolgimento democratico dei cittadini. Le tecnologie digitali rendono più economico e facile l’accesso, l’elaborazione e la trasmissione delle informazioni creano nuove attività economiche e ne trasformano altre e modificano profondamente la vita dei cittadini. Le basi ci sono: la Regione Marche in questi anni ha dato vita ad una vasto progetto di sistema di servizi telematici per l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione, attraverso la realizzazione della Rete telematica regionale delle Marche. 5. la promozione di un sistema regionale in grado di superare le tradizionali strozzature allo sviluppo regionale: standards ancora insufficienti, relativamente al sistema dei servizi alla persona e alle imprese e carenze infrastrutturali. La debolezza derivante da una scarsa integrazione funzionale di attività terziarie per il sistema della produzione, e soprattutto la carenza di settori a forte contenuto scientifico, ci impone di ripensare in modo più significativo una politica per la diffusione dell''informazione e della conoscenza di base e ciò dovrà avvenire attraverso un coinvolgimento efficace delle nostre università. Per quanto riguarda il tema delle infrastrutture, materiali ed immateriali, la nostra proposta è realizzare un sistema competitivo (le grandi direttrici nord-sud est-ovest ferroviarie e viarie, con un impegno a dare sostanza al progetto del Corridoio Adriatico) ed integrato, a livello di mobilità, con la costruzione delle intermodalità per un riequilibrio a favore del trasporto collettivo, del trasporto su rotaia, e della riqualificazione dell''ambiente urbano. Lo sviluppo delle reti immateriali è condizione decisiva per partecipare ai processi della cultura e dell''economia globale. Ciò vale in particolare per le regioni decentrate rispetto ai grandi corridoi di sviluppo dello spazio europeo, come per alcune regioni italiane e, tra queste, parte delle regioni del centro Italia, che grazie alle tecnologie di comunicazione a distanza può ridurre la propria posizione periferica. Le ipotesi programmatiche del patto elettorale sono alla base di un progetto di sistema regionale capace di unire le forze vitali per affrontare i problemi dello sviluppo più rilevanti (servizi, infrastrutture, occupazione), dotando la regione di mezzi e di risorse necessarie per cogliere le opportunità della sempre maggiore apertura del nostro sistema (internazionalizzazione) e affrontare così le sfide del futuro. Signor Presidente, Signori Consiglieri, Le indicazioni programmatiche offerte all''elettorato, facevano riferimento ad una proficua attività di governo e di legislazione attivata nella passata legislatura, che dobbiamo riprendere, completare ed integrare. Sarà, infatti, assicurato il completamento dei progetti avviati, con particolare riguardo all’attuazione degli strumenti programmatici approvati, a partire dal piano regionale di sviluppo. E'' giusto sottolineare le realizzazioni della passata legislatura, che costituiscono la base del lavoro per la nuova legislatura, a cominciare:  dalle leggi attuative del decentramento e della semplificazione amministrativa (il cosiddetto pacchetto Bassanini);  dall''adozione dell''intero pacchetto degli strumenti della programmazione regionale (attuazione delle ll.rr. 46/92 e 35/92). Programma regionale di sviluppo, Piano di inquadramento territoriale, Piani settoriali per la sanità, per il trasporto pubblico, per l''artigianato, per la gestione dei rifiuti, per i beni e le attività culturali, per il turismo, per il settore socio assistenziale. Questi strumenti vanno verificati ed aggiornati, come già si prevede negli atti di programmazione ma certamente non bisogna ricominciare daccapo;  dall''adozione del metodo della concertazione con le Autonomie, con le Università, con le organizzazione delle imprese e con i sindacati dei lavoratori, con le Istituzioni finanziarie per la definizione del Patto Programmatico per lo sviluppo;  dall''Intesa Istituzionale di programma tra Governo e Regione per affrontare i problemi della ricostruzione delle aree terremotate e dell''infrastrutturazione regionale;  dalle Intese di cooperazione interregionale con l''Umbria, l''Abruzzo, con le cinque Regioni dell''Italia Centrale, con le Regioni Adriatiche per il Corridoio. Nel segno della continuità è l''impegno per: A) la ricostruzione delle aree terremotate. Non solo il Governo regionale deve sentirsi obbligato a mantenere gli impegni presi nel completamento del processo di ricostruzione post-terremoto ma è necessario spingere al massimo attraverso quest''obiettivo, anche il rilancio dello sviluppo dell’economia e della società in questi territori. Ciò fa parte sia del più ampio obiettivo del riequilibrio territoriale nel quadro dello sviluppo economico regionale, sia della strategia già intrapresa di collaborazione interregionale tra i Governi regionali. B) l''attuazione del piano socio-assistenziale, approvato al termine della scorsa legislatura, e delle azioni avviate per la realizzazione del P.S.R. In particolare l''impegno sarà rivolto: al potenziamento delle attività territoriali per garantire la fruibilità delle funzioni uniformemente diffuse a livello locale; al completamento della rete dell''emergenza; alla razionalizzazione dell''offerta ospedaliera in termini di qualificazione verso l''eccellenza e di appropriatezza d''uso delle risorse; al potenziamento delle attività di prevenzione in particolare nel settore del mondo del lavoro; al restringimento della forbice delle disuguaglianze (nell''accesso delle prestazioni delle fasce deboli della società). C) Una nostra efficace ed efficiente partecipazione alle strategie dell’Unione Europea ottimizzando la capacità progettuale del sistema regionale e soprattutto la capacità di utilizzare il massimo delle risorse disponibili. Le Marche, dopo la Conferenza di Ancona sullo sviluppo e la sicurezza nell’Adriatico, hanno la possibilità di svolgere un ruolo attivo di cerniera tra l’Europa e le due sponde dell’Adriatico. Le politiche regionali dell''Europa e le stesse intese interregionali assumeranno una geometria variabile, dove, a margine delle politiche di convergenza e di riequilibrio tra Regioni a diverso livello di sviluppo, saranno attivate strategie di gestione dei territori più fragili (solidarismo territoriale) e politiche competitive che esaltino le potenzialità e le eccellenze dei territori e dei loro sistemi (qualità dei servizi, esternalità ambientali positive, specializzazione produttiva). D) l’attuazione delle leggi regionali di conferimento di funzioni agli enti locali attraverso i trasferimenti delle risorse finanziarie, umane, organizzative e strumentali, in linea di principio contestuali a quelli dello Stato, senza escludere l''anticipazione di iniziative relative ad alcune strutture regionali, che potrebbero tendenzialmente coinvolgere i servizi decentrati. E) la riorganizzazione della struttura amministrativa regionale tenendo conto del decentramento e dell''esigenza di sviluppo di un''amministrazione orientata alla modernizzazione del sistema regionale e alla cultura del progetto e del risultato, Le coordinate di questo processo sono la semplificazione e alta qualificazione dell''apparato regionale. F) la produzione di leggi organiche e di testi unici, semplificando i rapporti fra amministrazione, cittadini e imprese, nonché la riduzione del numero delle leggi attraverso un più largo ricorso alla delegificazione; Le novità istituzionali La nuova legislatura regionale si apre all’insegna di due importanti sfide istituzionali:  il completamento dell’ordinamento della Repubblica in senso federale mediante le ulteriori riforme costituzionali, che rispettino i principi del riconoscimento e della promozione delle autonomie locali, all''interno di una Repubblica unitaria ed indivisibile (art.5 Cost.), sulla base di una leale collaborazione tra istituzioni;  il rinnovamento e la modernizzazione dell’assetto fondamentale della Regione in funzione delle possibilità offerte dalla legge costituzionale 1/1999 all’autonomia statutaria regionale.  Il federalismo fiscale, che caratterizza assieme al federalismo amministrativo la nuova stagione delle Regioni, comporta una maggiore autonomia finanziaria ma anche una maggiore responsabilità nel prelievo e nella destinazione delle risorse- A tal fine il Governo regionale ha la possibilità di definire una diversa struttura del bilancio in conseguenza dell’evoluzione legislativa in materia di contabilità (il decreto legislativo 76/2000, il nuovo bilancio regionale e le unità previsionali di base). Il Nuovo Statuto La nuova autonomia statutaria conferita alla Regione rappresenta una preziosa occasione per razionalizzare e modernizzare la forma di governo regionale lungo le linee segnate dalla legge costituzionale n.1 del ''99, che ha inteso rafforzare la legittimazione politico - rappresentativa delle Regioni e promuoverne nel contempo la governabilità contribuendo a dare maggiore stabilità e omogeneità agli esecutivi regionali. Lungo queste linee il nuovo Statuto sarà in particolare la sede per: a) definire e valorizzare ad un tempo il ruolo del Consiglio come organo di legislazione d''indirizzo e controllo politico-amministrativo e il ruolo del Presidente e della Giunta come organi responsabili del governo della Regione; b) assicurare un funzionale e sollecito svolgimento dei processi decisionali della Regione sia legislativi che programmatori e regolamentari; c) garantire un ampio coinvolgimento in tali processi delle autonomie locali; d) assicurare la massima partecipazione dei cittadini e delle diverse espressioni della comunità regionale. Signor Presidente, Signori Consiglieri, Queste, colleghi del Consiglio e della Giunta, sono le linee lungo le quali si muoverà l''azione del Governo e della maggioranza in questa nuova legislatura. A tutti noi, nel rispetto rigoroso dei ruoli e delle competenze, la responsabilità di ricercare comunque le soluzioni più adatte a soddisfare le esigenze della società marchigiana e di tutti i cittadini della nostra regione.