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11/03/2000

'OBBIETTIVO LAVORO': MACERATA 9-11 MARZO. PRESENTATO IL PIANO TRIENNALE DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO ALL'INTERNO DEL CONVEGNO SULLE NUOVE STRATEGIE PER IL SETTORE NELLE MARCHE

Il Piano triennale della Regione sulle politiche del lavoro è stato presentato al Convegno dal titolo ‘Le strategie per il lavoro nelle Marche’, che si è svolto al Quartiere fieristico di Macerata, nell’ambito di ’Obbiettivo lavoro’, la quarta rassegna regionale di orientamento allo studio ed alla professione e sulle strategie per il lavoro nelle Marche. “Non è un libro dei sogni – ha detto il Dirigente del Servizio Lavoro e Formazione profes-sionale della Regione, Marco Bellardi, nell’introdurre l’iniziativa – bensì un concreto dispositivo per l’utilizzo delle risorse destinate alle Marche dal Fondo sociale europeo (FSE), che opera non più solo sulla formazione, ma sull’occupazione in senso lato, dalla ‘preven-zione’ alla ‘cura’ (incentivazioni all’imprenditoria, cioè, sostegno all’occupazione ed alle categorie deboli, integrazione fra i sistemi formativi e dell’istruzione, ecc.).” ”550 miliardi di lire – ha aggiunto Sergio Vistarini del Censis che ha curato la predisposizione del piano –, destinati alle Marche dal FSE nel prossimo sessennio, rendono determinante questo strumento che agirà insieme agli interventi finanziari propri della Regione.” ”Ma siamo anche in attesa – è ancora Bellardi a spiegare – della definizione negoziale a livello nazionale dell’obbiettivo 3, prevista per marzo, che completerà il quadro delle possibilità e delle sovvenzioni utilizzabili nell’ambito dei cosiddetti aiuti di Stato. Tutto ciò qualifi-ca e dà corpo all’azione della Regione a favore dell’occupazione e dello sviluppo impren-ditoriale.” ”Che debbono aggiornarsi e allinearsi alla rivoluzione che ha investito tutto il sistema economico – ha messo in risalto Vistarini -, perché quello regionale ha luci ed ombre, punte di vivacità, ma anche ritardi soprattutto nello sviluppo di un terziario avanzato e competitivo. Il lavoro fatto dal ‘95 nell’elaborare i Piani triennali delle politiche attive del lavoro, è stato dedicato proprio a colmare questo ‘gap’. Il Piano 2000-2002 di fatto rende attuali le cose da fare individuate ed iniziate in quello ‘97-‘99.” Il rappresentante del Censis, poi, si é soffermato su due aspetti: l’integrazione fra i sistemi della formazione (da quella continua a quella d’accesso al mondo del lavoro o di alta qualificazione, IFTS) e dell’istruzione e sull’altra ‘rivoluzione’, quella dei nuovi servizi all’impiego che gestiranno il 70% delle risorse disponibili. Nella prima parte dei lavori sono intervenuti anche Luciana Storani, l’Assessore provinciale maceratese, nelle vesti anche di ‘ospite’ dell’iniziativa che ricordiamo si svolge a Macerata, e Pier Giovanni Bresciani dello Studio Meta che ha coadiuvato la Regione nell’elaborazione del Piano. Come Vistarini, Bresciani ha ricordato il grande lavoro di concertazione realizzato e soprattutto il ruolo delle Provincie dalla cui sinergia con la Regione nell’approfondimento di una tematica così vasta, ha preso forma uno strumento che sposta molto in avanti la programmazione e le possibilità di sviluppo delle Marche. “A condizione che – ha detto – si agisca velocemente all’interno dell’intera e ampia gamma di servizi che i Centri per l’impiego dovranno fornire e che si proceda ad un monitoraggio costante soprattutto nella prima fase, per correggere il tiro di volta in volta: un’azione necessaria e che il Piano consente. Standard minimi, da subito, e di qualità, sono gli obbiettivi ai quali tutto il sistema deve lavorare.” La giornata a ‘Obbiettivo Lavoro’ è proseguita con l’approfondimento d’obbligo sul tema principale, il Piano, ma anche sulla situazione marchigiana, attraverso una Tavola rotonda condotta da Giuseppe Roma, il Direttore del Censis, su: ‘Verso il Piano annuale degli in-terventi per le politiche attive del lavoro’. Al dibattito hanno partecipato alcuni protagonisti del mondo del lavoro e della formazione: da Marco Manzotti per le segreterie regionali Cgil-Cisl e Uil a Enrico Loccioni della Confindustria Marche, da Giorgio Cippitelli, Confartigianato, a Antonio Quagliani, Direttore dell’Agenzia regionale Marche lavoro (Armal), e ,infine, a Alberto Febbrajo, Rettore dell’Università di Macerata. L’importanza e la particolarità del sistema economico regionale risalta anche dalla posizione detenuta dalle provincie marchigiane nella realtà artigianale italiana: due su quattro sono ai primi posti per la consistenza settoriale. La propensione è per i comparti manifatturieri, mentre al contrario la vocazione al terziario è poco sviluppata e pochissimo per quello avanzato. Per recuperare il tempo perso rispetto all’Europa, la velocità di effetti va moltiplicata per tre: i prossimi sei anni debbono valerne 18 in termini di strategie. Ma attenzione a mettere a punto via, via i problemi in un continuo ‘feed back’ (monitoraggio), come quello fra Università e impresa, incrociando i progetti e le scelte reciproche. Più prudentemente alcuni hanno sottolineato che i tempi saranno lunghi e i risultati non sempre visibili nel breve, ma non c’è alternativa: o si costruisce l’intero castello o il gap si aggraverà. (fb)