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14/02/2000

PROTOCOLLO D'INTESA CON LE CENTRALI COOPERATIVE PER LO SVILUPPO DELL'OCCUPAZIONE

Un altro importante tassello sulla via dello sviluppo delle aree interne è stato messo oggi con la firma del Protocollo d’Intesa tra Regione e Centrali Cooperative. Il Protocollo infatti prevede che all’interno delle aree protette naturali vengano incentivate “iniziative economiche sostenibili ad alta intensità occupazionale”. Si tratta di interventi di varia natura, volti tutti alla gestione e al miglioramento del territorio; in particolare: la realizzazione di lavori agricoli-forestali, di sistemazione, ripristino e miglioramento ambientale, di ingegneria naturalistica, la promozione dell’agriturismo, del turismo naturalistico, percorsi escursionistici, l’agricoltura biologica e la sua promozione, la bioarchitettura, lo sviluppo dell’educazione ambientale. I soggetti chiamati a gestire direttamente questi progetti saranno le cooperative aderenti alle quattro Centrali: la Lega Coop Marche, l’Unione Nazionale Unci, La Confcooperative CCI e l’Associazione Generale AGCI, che questa mattina erano presenti con i rispettivi Presidenti, Fabio Grassetti, Lauro Orazi, Vincenzo Morganti e Enrico Ermelli Cupelli. Lo sviluppo della montagna è stato uno dei temi privilegiati da questa amministrazione – ha ricordato il presidente Vito D’Ambrosio – sottolineando anche che si sono cercate forme nuove per dare concretezza a questo impegno e in questo contesto la cooperazione “rappresenta un momento forte del modello marchigiano.” Un percorso – ha ricordato Teodoro Bolognini, a nome delle Centrali - che nasce con il FORUM di Fonte Avellana nel maggio 1996, che diede vita all’omonima Carta, che prevede impegni precisi per l’amministrazione regionale e per una serie di altri soggetti sia istituzionali, che del mondo economico e sociale. Non è un caso infatti che alla firma di questa mattina, insieme al presidente D’Ambrosio, fossero presenti anche il vice-presidente Emilio Berionni con delega alla montagna, e gli assessori all’ambiente Edoardo Mentrasti e all’agricoltura Marco Moruzzi: il punto qualificante della Carta di Fonte Avellana è infatti la difesa e valorizzazione del territorio mettendo in sinergia tutte le risorse espressione di quel territorio, da quelle ambientali a quelle economico-artigianali, per arrivare a quelle storico-culturali, con il progetto del “Museo Diffuso”. L’assessore Mentrasti - che ha concordato, insieme alle Centrali Cooperative i contenuti del Protocollo – ha illustrato alcuni punti qualificanti del documento, il ruolo della Regione sarà anche quello di stimolare i rappresentanti delle aree protette e degli Enti Parco perché attivino con le cooperative specifiche convenzioni, lo scopo è quello di prevedere non solo il semplice affidamento dei lavori, ma un coinvolgimento pieno del mondo della cooperazione nelle politiche di valorizzazione e tutela. Prevista naturalmente un’attenzione particolare per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi: in questo caso le cooperative verranno utilizzate anche per la realizzazione di strade di servizio, vasche e laghetti per l’approvvigionamento idrico, torrette e posti fissi di controllo. Da parte loro le Centrali Cooperative dovranno proporre alla Regione e ai soggetti gestori delle aree protette progetti di valorizzazione del territorio, avendo cura di raccordarsi con l’UNCEM, l’Ente che rappresenta le Comunità Montane, e il Ministero dell’Ambiente con i quali sono già attivi specifici Protocolli. (e.r.)