Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
17/02/2000

BRUXELLES - SEDE COMUNE DELLE REGIONI: INCONTRO DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI DEL CENTRO ITALIA CON IL PRESIDENTE ROMANO PRODI

Il presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio e i colleghi delle altre quattro regioni dell’Italia centrale hanno ricevuto il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, in visita di cortesia alla sede di rappresentanza di Bruxelles di Rond Point Schuman. Nel corso del cordiale incontro i presidenti hanno sottolineato come l’esperienza di cooperazione sia frutto di una precisa scelta politica e istituzionale: rendere competitive a livello europeo le amministrazioni delle Regioni dell’Italia centrale. Attraverso la condivisione di forti tappe programmatiche (Orvieto nel 1997 e Roma nel 1998), la collaborazione ha generato una diffusa vocazione a progetti comuni nelle istituzioni territoriali (progetto di coordinamento dei parchi scientifici e creazione del parco dell’Appennino, intesa sul mercato del lavoro per la mobilità delle persone e delle merci, rete per la diffusione dell’innovazione tecnologica, rete telematica della pubblica amministrazione e servizi in rete per le piccole e medie imprese), che ha consentito di approfondire l’integrazione. A Prodi è stato inoltre evidenziato che tutte e cinque le Regioni hanno mediamente superato la soglia del 100% di impegni delle risorse provenienti dai fondi strutturali entro il 31 dicembre 1999, superando abbondantemente il livello del 50% di spesa. Il bilancio complessivo è quindi senz’altro positivo. La dimensione e la sensibilità europea delle amministrazioni regionali e locali sono cresciute in questi anni di pari passo alla realizzazione dell’avvicinamento fisico a Bruxelles, quale prima fase di un processo volto alla realizzazione di un’Unione Europea fondata sulla partecipazione attiva e istituzionale delle autonomie territoriali. Il presidente Prodi ha chiesto alle Regioni di cooperare attivamente alla riuscita del progetto lanciato dalla Commissione per una alfabetizzazione informatica di massa, una iniziativa che ci dovrebbe mettere in condizioni di realizzare un forte salto in avanti nella realizzazione della società dell’informazione. Altrettanto decisiva l’introduzione delle innovazioni in materia di telecomunicazioni nelle piccole e medie imprese per evitare che escano dalla competitività dei mercati. E’ inoltre essenziale che nel processo di allargamento dell’Europa (arriverà a mezzo miliardo di persone) le autonomie territoriali e regionali (la cosiddetta Europa dei campanili) siano salvaguardate. L’Europa – ha affermato – è diversa dagli USA anche perché ha alle spalle grandi storie locali e quest’anima è un radicamento forte e prezioso, da tutelare e rinverdire. Il presidente della Commissione si è poi soffermato sul ruolo delle Regioni in Europa, in particolare di quello da svolgere nei confronti dei vari organismi. L’idea della sede comune è vincente e da imitare, perché permette di dare voce anche a piccole regioni coalizzate tra loro su progetti omogenei, evitando che a parlare e rappresentare gli interessi siano solo quelle grandi. A questo proposito i presidenti hanno fatto notare a Prodi come la popolazione delle 5 realtà territoriali raggiunga quella di alcuni grandi Paesi del nord Europa. “Suffragati anche dal CENSIS – ha sottolineato D’Ambrosio – abbiamo costruito una presenza comune sia in Italia che in Europa per cercare di fare tessuto. Le Marche non hanno presentato una lista dei problemi. La Regione punta soprattutto sul progetto di Corridoio Adriatico e sulla nuova favorevole situazione che si è creata in quest’area con la pace in Kosovo. In questa strategia, la Conferenza per la cooperazione e la sicurezza dell’Adriatico che si terrà ad Ancona il 19-20 maggio prossimi si presenta come un momento forte per consolidare la pace e rilanciare lo sviluppo.” Anche per il presidente Prodi l’Adriatico (Io – ha detto – preferisco chiamarlo lago-canale) è molto sottoutilizzato rispetto alle potenzialità che potrebbe esprimere ed ha aggiunto di essersi recato subito dal nuovo presidente croato perché pensa che questo paese possa essere decisivo nello stimolare e nel fare da traino anche verso gli altri meno sviluppati, per legarli stabilmente all’Europa.