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04/02/2000

LA PRIMA CONFERENZA REGIONALE DELLO SPORT. I PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA SPORTIVO MARCHIGIANO

Circa un quarto della popolazione delle Marche pratica costantemente una disciplina sportiva. I marchigiani sono quindi assidui alla pratica sportiva. E’ da questo dato che sono partite molte delle riflessioni nel corso della giornata di apertura della “1a Conferenza regionale dello Sport”, organizzata dall’assessorato allo Sport della Regione e ospitata all’Auditorium dell’Ente Fiera di Ancona. Lo stesso cronista sportivo della Rai, Giorgio Martino, in veste di conduttore, ha detto di aver raccontato moltissime volte in trenta anni di attività giornalistica le Marche protagoniste dello Sport nelle più disparate discipline. Ed ha sottolineato come diverse città , da Pesaro a San Benedetto, da Ascoli a Fabriano, siano ormai simbolo di Sport ad alto livello, fino a Jesi, capitale mondiale della scherma o come la pallavolo, tradizione consolidata e disciplina tra le più diffuse nella nostra regione, molto prima che arrivasse ai vertici internazionali. Il tema centrale della Conferenza regionale, oltre che un momento di confronto tra i tanti soggetti che interagiscono a sostegno dello sport, era anche quello di ripensare questo settore in un ruolo rinnovato e cioè , non solo pratica sportiva, agonismo e funzione educativa e sociale, ma anche come leva di sviluppo e risorsa occupazionale. Un ruolo di primo piano, quindi, sotto il profilo socio-economico, che è stato indagato in una ricerca del Censis Servizi commissionata dall’assessorato regionale allo Sport. “Basta un dato - 330 mila marchigiani tra i 6 e i 65 anni praticano una disciplina sportiva - per comprendere che lo Sport nelle Marche è un punto di forza per la crescita complessiva della società, ha esordito il presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio. “ E vorrei mettere in luce le scelte della Regione in questo settore. Una, ben precisa, è quella di aver allargato la pratica sportiva alle diverse fasce di popolazione: siamo, infatti, la Regione che più di altre ha contribuito alle manifestazioni sportive dei disabili: 1 miliardo e 96 milioni su 5 miliardi e mezzo in totale di manifestazioni finanziate. Un segno forte che significa una diversa lettura dello sport, non solo agonismo ma soprattutto funzione sociale ed educativa. Sono stati messi in moto circa 262 miliardi di lavori per l’impiantistica, ed è stato avviato un cambio di mentalità delle politiche sportive: non più contributi a pioggia ma finalizzati; anche nello Sport si è deciso di affidare le competenze ai territori, attraverso proposte concordate; si è tenuta ben presente la struttura della popolazione, perché siamo la regione con la più alta aspettativa di vita e quindi anche lo sport dovrà adeguarsi alle varie componenti della società senza più limiti anagrafici. Abbiamo avviato poi un dialogo costruttivo con gli organismi sportivi e con coloro che fanno sport. E questa Conferenza è la testimonianza di un nuovo spirito collaborativo e di un apertura ai suggerimenti che senz’altro emergeranno da questa iniziativa. L’istituzione ha il dovere di accogliere le richieste e di adeguarsi alla realtà e devo dare merito all’assessore Troli che ha saputo coagulare le diverse esigenze di chi lo sport lo pratica e lo gestisce. Sta a tutti noi adesso, per usare un gergo marinaro di moda, “calibrare la bussola” dello sport. La rotta giusta l’abbiamo già disegnata.” “Quello di oggi si può definire un giorno di festa- ha detto l’assessore regionale allo Sport, Gino Troli- perché dove ci si riunisce per parlare di sport, dello sport nei suoi più alti significati, è un momento sempre piacevole. Un appuntamento “sportivo” che vuole tracciare un bilancio e lanciare spunti di riflessione, auspicandosi di diventare una tradizionale occasione di incontro, almeno biennale, per trarre indicazioni di metodo e creare un sistema di lavoro per lo sport.” Troli ha poi ricordato l’importanza dei valori dello Sport, sanciti nel Summit di Strasburgo del 97, dove la dichiarazione finale dei Capi di Stato riconosceva lo Sport come strumento principale per favorire l’integrazione sociale, alla luce delle nuove sfide europee. “Ci siamo dati l‘obiettivo di ripensare lo sport - ha aggiunto l’assessore- tenendo presente due punti di riferimento: sport come strumento formativo a tutto campo e sport come opportunità occupazionale e fattore di sviluppo complessivo. Soprattutto, alla luce della ricerca del Censis, crediamo fortemente su quest’ultime considerazioni. E siamo qui oggi per analizzare sia i risultati della ricerca che per tracciare un bilancio di cinque anni di politiche per lo sport che si sono caratterizzate per un positivo raccordo con il mondo sportivo. Questa Conferenza è il segnale della disponibilità all’ascolto e alla reciprocità, concretizzata nel sostenere l’allargamento a diverse categorie per l’accesso ai contributi regionali: dalle scuole ai Centri di avviamento allo sport, al rapporto stretto con gli Enti di promozione sportiva. Per il futuro ci poniamo l’obiettivo di migliorare sempre più i rapporti con il CONI e i vari organismi, per sviluppare un rapporto paritario; di valorizzare il ruolo dell’istituzione scolastica, in funzione del Piano di dimensionamento che apre la stagione dell’autonomia scolastica. Conosciamo tutti la grande eredità che lo sport marchigiano ci lascia e il forte attivismo che lo caratterizza, sul quale perfino il turismo marchigiano ha potuto contare. Dovremo quindi costruire una nuova legislazione regionale “cucita addosso” al mondo sportivo che si affaccia al nuovo millennio, consapevole delle sfide che lo attendono e del grande contributo che le Marche possono ricevere dallo Sport.” Il vicepresidente del CONI, Francesco Contorti , nel ringraziare la Regione per aver voluto questa importante occasione di confronto, ha annunciato che le Marche avranno un ulteriore riconoscimento sportivo perché saranno sede del Campionato italiano di canoa- kajak. Contorti ha anche spiegato la riforma costitutiva del Coni e del Comitato Olimpico in attuazione di un nuovo decreto legislativo: i tecnici e gli atleti parteciperanno sia come elettorato che come rappresentanza ( circa il 30%) all’interno degli organismi decisionali; la privatizzazione delle 39 Federazioni sportive nazionali e quindi maggiore autonomia e snellezza amministrativa; la presenza nel Consiglio nazionale del CONI della periferia come riconoscimento, quindi, del lavoro e dell’impegno dei tanti comitati regionali e locali; la costituzione di una Commissione “Sport per tutti” dove vi saranno rappresentanti di Regioni, Province e maggiori Comuni italiani. La ricerca del Censis è stata illustrata da Roberto Ciampicacigli che ha messo in evidenza i punti di forza del sistema sportivo marchigiano: un’ampia pratica sportiva, la diffusione abbastanza omogenea dell’impiantistica sul territorio, il discreto numero di società ( ca 2400), la spesa degli enti locali non marginale, la buona capacità gestionale delle società e delle federazioni; una rete commerciale ramificata, oltre la media nazionale. Gli scenari che si profilano, in controtendenza rispetto al Paese, riguardano l’aumento della pratica sportiva giovanile e degli sport di squadra rispetto agli individuali, la “femminizzazione” dello sport, e gli “over 50” come segmento di domanda in crescita. Sono circa 3600 le persone che traggono reddito in modo diretto dallo sport. A livello provinciale è Macerata che ha il miglior rapporto tra numero di spazi per 100 mila abitanti ( oltre 360). Ascoli, invece è leader per il maggior numero di manifestazioni sportive ospitate. Il dirigente del Servizio Sport della Regione, Luciano Vita ha concluso la serie degli interventi della mattinata, illustrando l’attività sportiva nelle Marche. (ad’e)