Europa ed Estero

Comunicati Stampa

14/01/2020

PROGETTO IOT, UN DISPOSITIVO MEDICO INNOVATIVO PER IL MONITORAGGIO ONCOLOGICO IN SPERIMENTAZIONE PRESSO L’AREA VASTA 2 DI FABRIANO E FINANZIATO CON I FONDI POR FESR. BORA: “INVESTIMENTI PER CURE MIGLIORI”. STORTI: “SANITÀ CRESCE NELL’INNOVAZIONE”

Le Marche stanno sperimentando un’innovazione assoluta nella cura e nel monitoraggio, anche domiciliare, del paziente oncologico. Utilizzando una procedura semplice e automatica, con uno strumento di piccole dimensioni, il malato può misurare la disfunzione endoteliale (cardiotossicità) causata dalla somministrazione dei farmaci chemioterapici, in modo veloce e non invasivo. L’indagine è in corso presso l’Area Vasta 2 di Fabriano. Coinvolge un partenariato pubblico e privato, in collaborazione con le Università Politecnica delle Marche, Camerino e Meccano (Centro innovazione tecnologica). Il progetto è stato finanziato dalla Regione con i fondi Por Fesr 2014-2020, nell’ambito del bando “Salute e benessere” che ha stimolato la creazione di dispositivi medici innovativi. Sono stati ammessi a finanziamento otto progetti, sostenuti con 10 milioni di euro di contributi per 17 milioni di investimenti. Complessivamente sono state coinvolte 50 imprese, 36 dipartimenti universitari e Centri di ricerca, 16 strutture sanitarie pubbliche e private, generando 78 nuove assunzioni di personale altamente qualificato. Il progetto IOT (Intelligent Oncology Telecare) è uno di quelli finanziati, con capofila la Vivisol di Jesi (uno dei principali gruppi europei che operano nelle cure domiciliari, sede principale a Monza). Vede il coinvolgimento di altre sei aziende (Aditech Ancona, Ataena Ancona, Strumedical Montecassiano, Cherry Merry Lab Ancona, Ondemand Group Ancona, Tecne 90 Montelupone) e di due “sperimentatori”: il Melograno Cooperativa Sociale di Fabriano (organismo privato) e Asur Marche 2 (organismo pubblico). L’investimento di 1,7 milioni è stato favorito con un contributo di 949 mila euro. “Le aziende coinvolte hanno la possibilità non solo di testare la nuova apparecchiatura, ma di beneficiare di una sperimentazione concretamente inserita all’interno di un effettivo programma assistenziale - sottolinea l’assessora alle Politiche comunitarie, Manuela Bora - È proprio questa la dinamica che il bando voleva sollecitare: permettere alle aziende di occupare nuove fette di mercato grazie alla collaborazione con i servizi delle strutture sanitarie, per sviluppare, testare e accelerare l’ingresso di nuovi dispositivi medici sul mercato. Attraverso soluzioni innovative è possibile migliorare la spesa pubblica, legandola alla qualità delle prestazioni sociosanitarie. Tutto questo a vantaggio della competitività delle nostre aziende e dell’appropriatezza assistenziale erogata ai cittadini dalla Regione”. È un percorso “bello”, quello avviato dalla Regione Marche, secondo il direttore generale Asur, Nadia Storti: “La sanità cresce puntando su modelli e tecnologie avanzate. È anche un volano economico, quando si instaura una sinergia tra gli operatori coinvolti nei temi della salute. La sperimentazione avviata permette di individuare terapie personalizzate, favorendo la domiciliarità delle cure attraverso una sicurezza clinica comunque garantita”. Il nuovo dispositivo valuta la disfunzione endoteliale che rappresenta il primo segno di rischio cardiovascolare. L’endotelio (insieme di cellule che funge da barriera tra sangue e tessuti) può essere compromesso dalle cure sostenute per altre malattie, come nel caso degli effetti collaterali indotti dalle nuove terapie molecolari anti tumorali. Secondo dati aggiornati disponibili (rapporto Favo 2015), in Italia ci sono oltre 674 mila malati oncologici, di cui più di 17 mila nelle Marche (9 mila i marchigiani in chemioterapia day hospital, rispetto ai 217 mila a livello nazionale). Le imprese coinvolte nel progetto IOT puntano alla nascita di un distretto industriale medicale endoteliale, che ha una potenzialità di mercato stimata in 30 milioni di euro. Le ricadute, per il territorio marchigiano, prevedono una riduzione dei ricoveri ripetuti, degli esami medici ridondanti, appropriatezza prescrittiva, crescita delle prestazioni domiciliari, riduzione dei costi di ospedalizzazione, maggiore comfort e benessere del paziente, mobilità dei pazienti in cura verso il servizio sanitario marchigiani (attualmente a saldo negativo).