Cultura

Percorsi tematici > L'arte della scultura lignea

Sin dalle origini del Cristianesimo al legno è stata attribuita una forte valenza simbolica. I chierici medievali lo consideravano addirittura come una materia vivente, che respira, cresce e muore, proprio come un corpo umano. Oltre ad essere dunque impiegato per lavori di ebanisteria, il legno diviene molto presto il materiale per eccellenza con cui vengono costruite le statue di culto. Queste ultime, quasi come degli idoli, riproducono in forme tangibili le sembianze reali della divinità, resa presente ed incarnata per i fedeli in un’immagine tridimensionale. La statua di culto lignea mette il fedele a più stretto contatto con la divinità. 

Tra Medioevo e Rinascimento, la regione Marche si presenta come un’area geografica interessata da una vivace fioritura artistica, in cui l’arte del legno svolge un ruolo addirittura trainante. Come in altre regioni artistiche italiane (l’Abruzzo appenninico, il senese, l’arco alpino), nelle Marche si sono fortunatamente conservati moltissimi dei manufatti lignei prodotti tra XIII e XVI secolo, alcuni ancora nei loro originari luoghi di culto, altri oramai musealizzati. Le ragioni di questa straordinaria congiuntura sono molteplici: una abbondante quantità di materia prima, cioè di legno (in particolare pioppo), condizione necessaria alla realizzazione di manufatti lignei; la presenza in loco di botteghe specializzate che, avendo il monopolio del legname, riuscivano a posizionare i loro prodotti su una vasta area geografica, esportando pratiche artigianali e modelli stilistici e iconografici; un moderato aggiornamento degli edifici di culto nelle aree periferiche marchigiane, toccate meno massicciamente dalla riorganizzazione postridentina.

Tutte le sculture lignee del territorio marchigiano presentano una medesima tecnica esecutiva: il tronco di legno viene prima sbozzato, giuntato con altri pezzi di legname (ad esempio di due tronchi per le braccia se si tratta di un Crocifisso), ed eventualmente svuotato per rendere l’opera più leggera e per evitare che il manufatto si spacchi a causa del diverso tempo di stagionatura della parte interna ed esterna del legno. A seguito di una prima rifinitura, la statua viene ingessata (ammannitura) o intelata (incamottatura), in particolare nelle giunture, per coprire i punti di sutura, e poi dipinta con gli stessi pigmenti utilizzati per la pittura su tavola. Talvolta all’immagine lignea possono essere aggiunti inserti polimaterici, come ad esempio bordure in cuoio, nappine di spago o nastri di stoffa in genere ingessati.  

Nella porzione di territorio tra l’entroterra maceratese e la zona montana della provincia di Ancona, è possibile delineare sin dal Medioevo una vera e propria “strada del legno”, segnata da sculture conservate in musei, oppure esposte nei loro originari luoghi di culto. Questa strada inizia a Tolentino, passa poi per San Severino Marche, Camerino, Matelica, per fermarsi a Fabriano. Nel Museo dell’Opera della Basilica di San Nicola di Tolentino è esposto un gruppo ligneo trecentesco, raffigurante il Presepe. Nella vicina San Severino Marche, l’arte del legno vanta testimonianze antichissime, come ad esempio il Cristo Deposto della Pinacoteca Civica, unico superstite di un gruppo di Deposizione che doveva essere composto anche da altri personaggi, coinvolti come “attori” nei drammi del Venerdì Santo. La medesima città, a partire dalla metà del XV secolo, diviene la stabile sede di un’importante bottega di legname fondata da Domenico Indivini e continuata dal suo allievo Sebastiano d’Appennino. La statua di San Sebastiano, oggi conservata nella chiesa di San Rocco della stessa cittadina, è l’unica opera documentata di Indivini ed è il perno che ha permesso di ricostruire la sua attività di scultore, molto attivo con la sua bottega soprattutto nella città e nel contado di Camerino. Oltre alla Santa Lucia e ad altre statue conservate nel locale Museo diocesano, Indivini realizza e firma nel 1489 il coro intarsiato del monastero delle clarisse di Camerino, ove lavora sulla base delle indicazioni fornite dalla badessa suor Battista da Varano, la più grande mistica del Rinascimento marchigiano. La bottega di Indivini produce anche un Crocifisso per la cattedrale di Matelica, ovvero per una città che nel Medioevo aveva visto attivo l’autore del gigantesco Cristo Triumphans conservato nel Museo Piersanti. Questo crocifisso, incoronato e con gli occhi spalancati verso l’osservatore, impressiona ancora oggi anche per la sua intatta policromia. Fabriano è l’ultima tappa di questa “strada del legno”. Nella locale Pinacoteca Civica sono conservati due straordinari gruppi: il complesso trecentesco dei Magi e San Giuseppe, oramai relitti di uno scomposto presepio (Pinacoteca Molajoli, Fabriano) e il gruppo proveniente dall’Oratorio dei Beati Becchetti. 

Oltre a questa strada le Marche vantano numerosi altri centri di produzione e di diffusione, nonché delle opere completamente isolate. Da ricordare la scuola metaurense ed in particolare quella quattrocentesca che trova in Antonio Bencivenni da Mercatello (PU) uno dei maggiori artisti rinascimentali nell'arte dell'intaglio e dell'intarsio: alla sua scuola sono ascrivibili le due statue in legno dorate conservate nel Museo di San Francesco di Mercatello, che possiede anche altre opere lignee di particolare interesse. Nel Museo di Visso sono custodite moltissime sculture lignee medievali e rinascimentali, culturalmente legate a Camerino, ma anche alla Valnerina e all’Umbria, come ad esempio il gruppo di opere del Maestro della Madonna di Macereto. Nelle Marche meridionali, nel “piceno” compreso tra Aso e Tesino, tra Ascoli e Fermo, si trovano svariate opere realizzate tra il XIV e il XVI secolo. Una statua che non ha di sicuro confronti nel territorio è la Santa Maria Maddalena sollevata dagli Angeli del Museo Vescovile di Ripatransone, completamente ricoperta nei suoi capelli dorati. Nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno sono esposte numerose sculture che restituiscono la vivacità delle botteghe presenti in città: il Crocifisso di Sebastiano d’Appennino, allievo di Indivini trasferitosi ad Ascoli nel 1519 su invito del pittore Cola dell’Amatrice (autore quest’ultimo dei due Dolenti laterali); il gruppo quattrocentesco della Dormitio Virginis, realizzato da uno scultore abruzzese e proveniente dal coro della chiesa dell’Annunziata, in cui è messa in scena con toni patetici la morte della Vergine.

 

BIBLIOGRAFIA: 

- Antonio Bittarelli, Macerata e il suo territorio: la scultura e le arti minori, Macerata 1986.

- G. Donnini (a cura di), I legni devoti, Fabriano 1994.

- P. Di Girolami (a cura di), Sacri legni: sculture da Fabriano e dalla Marca Picena, Firenze 2006.

- M. Giannatiempo López (a cura di), La cultura lignea nelle alte valli del Potenza e dell'Esino: sculture e arredi dal XII al XIX secolo, Milano 1999.

- C. Fratini, Mercatello e i Bencivenni una terra di frontiera e i maestri di legname itineranti, Regione Marche, 2001.

- M. Giannatiempo López e A. Iacobini (a cura di), Nuovi contributi alla cultura lignea marchigiana: atti della Giornata di studio (Matelica, 20 novembre 1999), Sant'Angelo in Vado 2002.

- R. Casciaro (a cura di), Rinascimento scolpito. Maestri del legno tra Marche e Umbria, Cinisello Balsamo 2006.

- M. Giannatiempo Lopez e R. Casciaro (a cura di), Riflessioni sul Rinascimento scolpito. Contributi, analisi e approfondimenti in margine alla mostra di Camerino, Pollenza 2006.

Legenda

Sede museale
Pinacoteca Civica "Bruno Molajoli" - FABRIANO
 
Pinacoteca Civica - ASCOLI PICENO
 
Museo Vescovile di Ripatransone - Musei Sistini del Piceno - RIPATRANSONE
 
Museo “V. F. Piersanti” - MATELICA
 
Pinacoteca Comunale "P. Tacchi-Venturi" - SAN SEVERINO MARCHE
 
Museo del Santuario della Basilica di San Nicola - TOLENTINO
 
Museo Civico Diocesano Museo dei manoscritti leopardiani - VISSO
 
Museo di San Francesco - MERCATELLO SUL METAURO


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