Cultura

Percorsi tematici > Ordini mendicanti

I principali ordini mendicanti (Francescani, Domenicani e Agostiniani) iniziarono a svilupparsi tra il XII ed il XIII sec. nella periferia dei centri urbani, in corrispondenza delle aree di espansione; in seguito scelsero di stabilirsi in città dove, seguendo precise norme architettoniche, costruirono chiese semplici, di dimensioni notevoli, tali da accogliere un numero elevato di fedeli. Esempio tra i più antichi dell'urbanizzazione francescana è la chiesa di S. Francesco a Mercatello sul Metauro (PU), iniziata nella prima metà del XIII secolo e che conserva ancora molte delle caratteristiche originarie. S. Francesco ad Ascoli Piceno è tra le chiese francescane più rappresentative delle Marche; esempio della transizione dallo stile romanico a quello gotico, l’edificio fu iniziato nel 1258 su progetto di A. Vipera e concluso nel XVI sec. da maestranze lombarde. Tra le chiese domenicane della regione ricordiamo S. Domenico ad Urbino consacrata nel 1365; dopo il rifacimento settecentesco, dell’edificio originario rimangono solo la facciata e il portale sormontato dalla raffinatissima lunetta in terracotta invetriata, su sfondo azzurro, opera di Luca della Robbia (1451) raffigurante la Madonna con il Bambino e Santi (l’originale si conserva nella Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale).

La Basilica di S. Nicola da Tolentino, il più importante edificio agostiniano nelle Marche, risale al sec. XIII, ma fu completata nei secoli successivi con l'erezione del portale tardo-gotico (1435) del fiorentino Nanni di Bartolo e poi della facciata (sec. XVIII). Il Cappellone, decorato da un grandioso ciclo di affreschi trecenteschi con Storie di Cristo e di S. Nicola, fu eseguito da maestranze riminesi capeggiate da Pietro da Rimini. Il più antico ciclo agiografico francescano giunto sino a noi è rappresentato invece dalle Storie francescane (Matelica, chiesa di San Francesco) ispirato al ciclo giottesco di Assisi, di cui oggi rimangono pochi frammenti risalenti al XIII sec. Sempre agli affreschi assisiati sono ispirate le Scene della vita di San Francesco (San Ginesio, chiesa di San Francesco) attribuite a Pietro da Rimini (c. 1330). Dalla seconda metà del Trecento l’immagine del Santo si diffonde nella pittura su tavola e nei polittici: nei Polittici di Macerata Feltria (1345, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) e Mercatello (PU, Chiesa di San Francesco) del riminese Giovanni Baronzio, il Santo compare con le stimmate, così come nelle Stimmate di San Francesco (1420, Traversetolo, Corte di Mamiano, Fondazione Magnani) di Gentile da Fabriano, opera proveniente da Fabriano e in origine destinata ad uno stendardo processionale commissionato da una confraternita francescana. Non va dimenticata la presenza del Santo anche in altre espressioni artistiche, come il bell'esempio di vetrata trecentesca conservato nel Museo di San Francesco a Mercatello. Dal XV sec. in poi l’iconografia del Santo è ormai definita nei suoi caratteri essenziali: dall’Incoronazione di Maria e Santi di A. e B. Vivarini (Osimo, Museo civico) a S. Francesco che riceve le stigmate di Tiziano (Ascoli Piceno, Pinacoteca) fino ad arrivare al Perdono di Assisi di F. Barocci (Urbino, chiesa di San Francesco), l’immagine del Santo attraversa i secoli dello sviluppo della pittura marchigiana.

Anche il diffuso culto di S. Giacomo della Marca arricchì l’iconografia francescana delle Marche; i suoi attributi tipici (l'astuccio degli occhiali appeso alla cintura, il baculum, la mano destra indicante il medaglione con il monogramma di Cristo e la mano sinistra sorreggente un libro, simbolo della sua personalità di studioso), sono riscontrabili negli esempi di Carlo Crivelli e Cola dell’Amatrice (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche); nel corso del XVI secolo a questi attributi si aggiunge il reliquiario a teca simbolo del valore salvifico del sangue di Cristo (es. V. Crivelli, Il Beato Giacomo della Marca, Ripatransone, Pinacoteca). Nel corso del XVI sec. S. Giacomo è raffigurato anche con altri santi, come nell’acquerello di A. Lilli, I santi Francesco d’Assisi e Giacomo della Marca (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) in cui i due meditano sulla caducità dell'uomo, simboleggiata dal teschio. Tra i beati dell’Ordine minoritico, la rappresentazione del Beato Gabriele Ferretti in estasi (Londra, National Gallery) commissionata a Carlo Crivelli dai conti Ferretti e proveniente dall’ex convento di San Francesco ad Alto di Ancona, è sicuramente tra le più suggestive. Le Marche offrono notevoli esempi legati anche alla committenza agostiniana, come gli affreschi delle cappelle della chiesa di S. Agostino a Fabriano con Storie della Maddalena e Storie di S. Agostino attribuite al Maestro di Sant'Emiliano e databili al XIV sec. in cui il Santo è esaltato nel suo ruolo di defensor fidei. Dal XV sec. in poi si assiste allo sviluppo dei fastosi polittici tardogotici dal forte impatto narrativo come il Polittico per S. Agostino a Pesaro di Nicolò di Pietro (rimangono la predella conservata presso la Pinacoteca Vaticana di Roma e le tavole del registro principale ora nella Pinacoteca civica di Pesaro) e il Polittico di Torre di Palme di V. Crivelli. Nel XVI sec. i polittici saranno sostituiti dalle pale d’altare con il nuovo impianto compositivo della sacra conversazione (es. pale di Vincenzo Pagani, conservate nella Pinacoteca di Fermo), mentre con il prevalere dei nuovi canoni estetici promulgati dal Concilio di Trento, all’equilibrio composito delle pale subentreranno il misticismo e il pathos riscontrabili nel Cristo Crocifisso con S. Nicola da Tolentino e S. Giovanni Battista di Andrea Lilli (1597), eseguito per la chiesa di S. Agostino di Ancona (oggi rimangono solo frammenti presso la Pinacoteca Civica di Ancona). 

Di committenza domenicana sono il Polittico di S. Domenico (Recanati, Pinacoteca civica) e San Vincenzo Ferrer in gloria per la Chiesa di San Domenico a Recanati di Lorenzo Lotto: il polittico rappresenta la prima sintesi delle influenze ricevute durante i suoi viaggi, mentre la seconda opera denuncia echi raffaelleschi. 

Nell’ambito della devozione mariana, fra le immagini coniate dagli Agostiniani vi è quella della Madonna del Soccorso che si diffonde nella seconda metà del XV sec. nella dorsale appenninica umbro - marchigiana. Questo soggetto deriva dalla novellistica medievale e s’ispira ad un racconto divulgativo in cui si narrano le vicende di una madre che offre al diavolo la vita di suo figlio, poi salvato grazie all’intervento della Vergine. L’iconografia è caratterizzata dalla Madonna che, con gesto solenne, solleva un bastone per colpire il demonio che ghermisce il bambino, sul lato opposto la madre invoca la Vergine (es. G. Vergari, Madonna del Soccorso, Montefortino, Pinacoteca). L’episodio poteva essere ambientato in uno sfondo di architetture, come nel caso della Madonna del Soccorso di Baldo de’ Serofini (Civitanova Alta, Pinacoteca) o di paesaggio, come nella Madonna del Soccorso di Vincenzo Pagani (Avignone, Musée Musée du Petit Palais) dipinta nel 1506 per la chiesa S. Agostino a Cingoli. I Domenicani invece, diedero un notevole contributo alla diffusione dell’iconografia della Madonna del Rosario: il modello è quello della Sacra Conversazione con la consegna della corona del rosario a S. Domenico e a S. Caterina; sono spesso presenti i quindici misteri come nel caso dei medaglioni appesi al grande roseto nella celebre Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto per la chiesa di S. Domenico a Cingoli (1539). Con l’impulso dato alla devozione rosariana da Pio V, dopo la vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto del 1571, attribuita all’intercessione della Madonna, questa iconografia compare anche nell’Ascolano, come testimoniato dalla Madonna del Rosario di Simone De Magistris (c. 1590) conservata nel Monastero delle Benedettine di S. Onofrio di Ascoli Piceno dove un vessillo allude alla Battaglia di Lepanto. Tra il 1589-1593 Federico Barocci dipinge la Madonna del Rosario per la Confraternita omonima di Senigallia (oggi alla Pinacoteca Diocesana); l’opera segna una svolta nell’iconografia rosariana: San Domenico in estasi di fronte alla Vergine anticipa il rapimento mistico barocco. Nel 1610 c. Pomarancio esegue una Madonna del Rosario per la chiesa di S. Maria a Ponzano (FM) di grande chiarezza formale ed espressività che diventerà il modello per gli artisti marchigiani del XVII sec. Nel Settecento l’iconografia rosariana si arricchisce di preziosismi rococò come nella Madonna del Rosario di F. Ricci, eseguita per S. Domenico a Fermo (oggi alla Pinacoteca civica), mentre la spontaneità dei gesti si fonde in una pittura luminosa e smaltata nella Madonna del Rosario di Luigi Fontana per la Chiesa della Vergine del Rosario a Grottazzolina (FM) del XIX sec. 

 

BIBLIOGRAFIA

- S. Bracci (a cura di), Il culto e l'immagine: San Giacomo della Marca (1393-1476) nell'iconografia marchigiana, Milano, Motta, 1998. 

- L.Pellegrini e R.Paciocco (a cura di), I Francescani nelle Marche: secoli XIII – XVI, Cinisello Balsamo, Pizzi, 2000.

- T. Marozzi, Iconografia umbro-marchigiana della Madonna del Soccorso, San Ginesio,  Edizioni Associazione di Cultura Operativa Identità Sibillina, 2001

- A.A. Amadio (a cura di), Il volto di Maria: immagini della Madonna nelle Diocesi del Piceno, Ortona, Menabo, 2004. 

- F. Mariano (a cura di), Gli agostiniani nelle Marche: architettura, arte, spiritualità, Milano, Motta, 2004

Legenda

Sede museale
Pinacoteca Civica "F. Podesti” e Galleria d'Arte Moderna - ANCONA
 
Museo Civico Città di Osimo (Sezioni artistica e archeologica) - OSIMO
 
Pinacoteca Diocesana d’Arte Sacra - SENIGALLIA
 
Pinacoteca Civica - ASCOLI PICENO
 
Museo Civico di Palazzo Bonomi Gera - Pinacoteca Civica – Gipsoteca "U. Gera" – Museo Storico Etnografico - Museo del Risorgimento - RIPATRANSONE
 
Complesso museale: Pinacoteca Civica “F. Duranti” – Museo d’Arte sacra – Museo faunistico dei Monti Sibillini - MONTEFORTINO
 
Pinacoteca Comunale "D. Stefanucci" e Chiesa di San Domenico - CINGOLI
 
Pinacoteca civica – Galleria d’Arte Moderna “M. Moretti” - CIVITANOVA MARCHE
 
Museo Civico di Villa Colloredo Mels - RECANATI
 
Museo del Santuario della Basilica di San Nicola - TOLENTINO
 
Museo di San Francesco - MERCATELLO SUL METAURO
 
I Musei Civici di Palazzo Mosca - PESARO
 
Palazzo dei Priori - FERMO
 
Galleria Nazionale delle Marche - URBINO


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