Cultura

Il Laboratorio Marchigiano di Restauro,
a cura di M.Massa, Regione Marche 2002



La presenza al Salone dell’arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali di Ferrara è stato siglato, nel 2002, da un intervento realizzato in collaborazione con il Servizio Beni ed Attività Culturali e l’Ufficio Programmi di Recupero e Beni Culturali-Commissario delegato per gli interventi di Protezione civile – adempimenti per la Ricostruzione post terremoto della Regione Marche, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico delle Marche.Partendo da una realtà culturale, quale è quella marchigiana, ricca di testimonianze artistiche che si sono stratificate nel corso del tempo nel territorio, dalle premesse programmatiche espresse già nella L.R. 53/74 (Tutela e valorizzazione dei beni culturali) e prendendo atto degli eventi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni nella regione, a partire dal sisma che l’ha colpita il 26 settembre 1997, è stato possibile constatare come le Marche oggi si qualifichino come un vero e proprio “laboratorio” in divenire. Qui le esperienze acquisite e maturate nel corso degli ultimi anni, hanno dimostrano la necessità di procedere verso una pianificazione programmata degli interventi di salvaguardia e di valorizzazione del patrimonio regionale, in sinergia con gli Enti Locali ed i soggetti privati detentori dei beni e l’urgenza di progettare ed attuare organici interventi di ripristino e recupero dei centri storici e del patrimonio culturale gravemente danneggiato dal sisma, ponendo le basi per una più attenta gestione nel settore del restauro dei beni architettonici di valore storico-artistico in zona sismica e del patrimonio artistico in essi contenuto.
In questo ambito un ruolo fondamentale assume l’attività di catalogazione, intesa come fattore primario di conoscenza, ma soprattutto strumento di tutela e di gestione territoriale integrata, premessa per la realizzazione di una vera e propria “carta del rischio”.



Marina Massa