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19/05/2016

L’ASSESSORE CASINI VISITA I CAMPI SPERIMENTALI DI FRAGOLE BIOLOGICHE A PETRITOLI

L’assessore all’agricoltura Anna Casini ieri pomeriggio ha visitato i campi sperimentali di fragole biologiche dell'ASSAM di Petritoli. “Le Marche – spiega - producono fragole eccellenti di grande qualità. La prova svolta dall’Assam esclusivamente in coltura protetta dimostra come con una qualificata assistenza tecnica, sia possibile la coltura bio, una pratica che la Regione Marche difende e sostiene da anni. Sicuramente la coltura della fragola può essere un’alternativa per differenziare le produzioni aziendali, anche per i giovani agricoltori che si stanno insediando in Regione”. Delle prospettive e delle opportunità legate alla coltivazione dei piccoli frutti si è quindi parlato nel corso di un convegno nella sede dell’azienda sperimentale dell’Assam a Carassai. La coltivazione della fragola nelle Marche si è sviluppata prevalentemente nella zona pedemontana e costiera delle provincie di Ascoli Piceno, Ancona, Pesaro Urbino e in modo minore nella provincia di Macerata. Nel 2000 è nata l’associazione Fragola Adriatica, che ha permesso ad alcuni fragolicoltori marchigiani di promuovere il loro prodotto. Nell’ambito degli scenari che caratterizzano oggi il settore della produzione agricola, questa iniziativa ha una sua originalità nel confronto diretto tra conoscenze della ricerca e esigenze della produzione, con l’obiettivo di elaborare uno sviluppo in senso innovativo e sostenibile. Gli agricoltori che hanno aderito all’associazione sono dislocati sul territorio della Regione Marche, in particolare nelle province di Pesaro Urbino, Ancona, Fermo e Ascoli Piceno. La disponibilità delle aziende fragolicole a testare nuove varietà ed a collaborare nella raccolta dei dati agronomici, è stata ricompensata con un continuo confronto e aggiornamento, grazie anche a numerosi incontri tecnici organizzati. Si è dunque arrivati a un'integrazione delle conoscenze degli agricoltori con i risultati della ricerca e sperimentazione in collaborazione con il supporto dell’Università Politecnica delle Marche, in modo da garantire l’aggiornamento e il coordinamento necessario per la definizione di questo nuovo sistema produttivo. E’ stata adottata un'organizzazione aziendale che permette gli opportuni avvicendamenti colturali ed una gestione del suolo basata principalmente sulla concimazione organica ed è stato possibile realizzare gli impianti su terreni non bromurati, anticipando così le direttive comunitarie che hanno previsto dal 2005 la messa al bando di questa pratica di sterilizzazione del suolo, prima ampiamente diffusa nelle aree di coltivazione intensiva della fragola. Nella Valdaso sono presenti 3 aziende con impianti di 20.000 piante pari ad una superfice di 0,5 ettari. Le altre aziende coltivatrici generalmente hanno investimenti come numero di piante pari a 4-6000 piante e la produzione oscilla intorno alle 30-35 ton. per ettaro. La tecnica colturale non prevede come in areali di altre regioni l’utilizzo di sostanze sterilizzanti o geodisinfestanti al terreno e per quanto riguarda la difesa della coltura si applicano le tecniche di produzione integrata e biologica meno impattanti dal punto di vista della salute.