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22/10/1999

LE MARCHE PRESENTI A MARSALA PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DEI VINI DOLCI

Si è aperto ieri a Marsala VINORO, il salone internazionale dei vini dolci, passiti e liquorosi. Diverse le aziende marchigiane che vi partecipano, in uno stand appositamente organizzato dal Servizio Promozione e Valorizzazione Agroalimentare della Regione. Nel settore c’è un crescente interesse per questi prodotti e le Marche hanno una grande varietà di vini da dessert, che sono per lo più di completamento dell’offerta delle aziende vinicole regionali: ci sarà la Vernaccia dolce e secca di Serrapetrona, il vino di visciole e quello aromatizzato alle prugne, il moscato passito, il passito di Verdicchio, il vino Cotto, il passito di Lacrima di Morro d’Alba, il vin santo. Per la Sicilia sono anche partiti i formaggi tipici marchigiani (pecorini, caprini , il formaggio di fossa, il formaggio a forma di limone, la casciotta di Urbino), i nostri dolci (le ciambelline all’anice e al vino, il ciambellone , la crescia fogliata di Fiuminata) e il miele dei Monti Sibillini, tutti protagonisti - in abbinamento ai vini - di un confronto enogastronomico con la Sicilia. Confronto, che potrebbe diventare anche qualcosa di più, visto che Marche e Sicilia sono sulla stessa lunghezza d’onda a proposito di difesa delle tipicità. Domani infatti gli assessori all’agricoltura delle due Regioni, Marco Moruzzi e Salvatore Cuffaro, si incontreranno con la stampa specializzata per lanciare un nuovo appello a favore della tutela delle produzioni di qualità. La Regione Sicilia ha infatti seguito l’esempio delle Marche, che prime in Italia hanno adottato un provvedimento per salvare le produzioni tipiche, che rischiano di scomparire a causa delle normative comunitarie e nazionali sulla salubrità dei prodotti. Tali normative, che obbligano a seguire specifici accorgimenti nella lavorazione e confezionamento dei prodotti alimentari, rischiano di mettere in crisi le produzioni tradizionali, che proprio i particolari sistemi di lavorazione e conservazione rendono tipiche. Un appello che vede impegnate e unite non solo due Regioni, ma anche piccoli produttori di tutta Italia e associazioni culturali e enogastronomiche per difendere un prezioso patrimonio culturale che rischia di essere schiacciato dall’omologazione e dalla standardizzazione dei sapori.