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22/10/1999

CONVEGNO: "COMPETITIVITA' E OCCUPAZIONE" DAL PATTO PER LO SVILUPPO AGLI IMPEGNI CONCRETI

Gli impegni concreti inseriti nel Patto per lo sviluppo - firmato da Regione e parti economiche e sociali - sono stati al centro del dibattito di oggi concluso dal presidente Vito D’Ambrosio. Già ieri si erano riuniti i tre gruppi di lavoro (innovazione tecnologica, internazionalizzazione, informazione alle imprese) per approfondire proprio le proposte presentate al Convegno sotto forma di “bozza”, nella sostanza quindi la concertazione è già stata avviata. “Occorre rafforzare – ha detto Spacca – la struttura regionale nei settori dove maggiore è il nostro vantaggio competitivo ed è quindi possibile sviluppare una ulteriore crescita”: da qui l’impegno della Regione per accentuare quel clima di fiducia e di sicurezza dei cittadini, che sono gli elementi che hanno fatto crescere il modello marchigiano (secondo dati Eurostat le Marche sono tra le prime 25 regioni europee a vocazione industriale, insieme a Veneto, Piemonte, Lombardia). Ma ci sono punti deboli su cui occorre lavorare, perché se “piccolo è ancora bello, bisogna però pensare in grande”: investire in cultura, in formazione, in scienza e ricerca e in trasferimento di queste alle imprese. Su questo il presidente della III Commissione Dante Bartolomei ha ricordato che le Marche sono agli ultimi posti per la spesa di ricerca e sviluppo. Così come occorre tener conto – ha sottolineato Spacca – che operiamo ormai in una “società dell’informazione”, che fa sì che ci sia una “smaterializzazione” dei processi produttivi ed economici e quindi lavorare in rete è indispensabile, soprattutto per le Marche, la cui “dimensione policentrica può continuare a funzionare ed a essere una ricchezza, se si ha la possibilità di operare in questo modo". Un apposito sito Internet (www.marcheimpresa.net), che utilizza la rete telematica regionale e coinvolge 3000 imprese è stato presentato ieri dal dirigente del Servizio Informatico, Lucio Forestieri. Uno strumento che consente un coordinamento tra gli sportelli unici delle imprese distribuite sul territorio. Queste le principali proposte presentate e su cui si è sviluppato il dibattito. Piano per l’Industria - verrà definito entro l’anno - e i punti qualificanti sono il sostegno all’innovazione tecnologica, alla qualità, ai processi di intenazionalizzazione e alla formazione professionale; il relativo Fondo unico, da ripartire, l’ha assicurato ieri il sottosegretario Morgando, è di 1.400 miliardi. Così come Morgando ha detto che ci saranno altri 150 miliardi sulla legge 488 per Marche e Umbria. Altro punto qualificante la legge sulla qualità e certificazione, che va rivista e rifinanziata; dato significativo: i 2/3 delle aziende certificate, nelle Marche, sono sostenute da interventi regionali. Inoltre le politiche di distretto: ieri Morgando ha assicurato che la definizione spetta alle Regioni e le Marche hanno già previsto nel loro bilancio lo stanziamento di tre miliardi per il funzionamento di progetti sperimentali: sistema del mobile di Pesaro, la calzatura per il fermano-maceratese, l’agroalimentare per San Benedetto e un’area che comprende Osimo-Porto Recanati per la riconversione dell’elettronica; a questi si aggiunge Fabriano per la meccanica, che avrà un finanziamento a parte con i fondi del terremoto. Al Convegno erano anche presenti i responsabili delle tre Antenne, che si sono presentati: Gabriel Santagata (Buenos Aires), Paola Bellabona ( Shanghai) e Olga Dmitrieva (Mosca). Nel ricco dibattito sono intervenuti rappresentanti delle forze economiche e sociali e il Rettore Marco Pacetti. Tutti d’accordo, anche se con sottolineature diverse, sulla strada intrapresa: “la concertazione deve essere reale, non siamo disponibili a delle prese d’atto” (Adolfo Guzzini); l’esigenza di lavorare in maniera “corale” è stata sottolineata dal prof. Valeriano Balloni (“bisogna creare una maggiore intimità tra tutti i soggetti dello sviluppo”). “Abbiamo adottato il metodo della concertazione – ha detto nel suo intervento il presidente Vito D’Ambrosio – perchè la fatica di trovare l’accordo è compensata dalla condivisione sugli obiettivi e sugli strumenti”, individua “una strada comune da percorrere insieme” e ha ricordato l’importanza della presenza dell’ABI, perché il settore del credito – per la prima volta a un tavolo di concertazione – è indispensabile per lo sviluppo. D’Ambrosio ha poi sottolineato una serie di “traguardi” che hanno contraddistinto questa legislatura: la definizione di un quadro programmatorio organico, che mette le Marche in condizione di attingere alle risorse europee e nazionali; l’adesione - tra le prime Regioni d’Italia - al metodo della programmazione negoziata con la sottoscrizione dell’Intesa Istituzionale di Programma, che si occupa principalmente delle zone terremotate, ma dove “si prospettano accordi in materia di reti infrastrutturali e tecnologiche”; l’attivazione di accordi interregionali per l’attivazione di progetti interregionali (vedi Corridoio Adriatico); la convenzione con l’ICE per l’assistenza alla politica di internazionalizzazione; l’istituzione della SVIM, “il braccio intelligente della politica industriale”, dal momento che mette insieme una serie di soggetti, tra cui il MIT, per ottimizzare il sistema di trasferimento della ricerca alle imprese. Ma ci sono altri progetti in corso, come la convenzione con il CNR per rispondere alla “carenza di saperi” e per arricchire il tessuto culturale della regione. D’Ambrosio ha annunciato anche che a breve si incontrerà con il Presidente D’Alema, per illustrare le specifiche esigenze del modello marchigiano, perché il Governo ne tenga conto, quando va a definire interventi, come quelli della legge 46 sull’innovazione tecnologica. D’Ambrosio ha concluso dicendo che se la Regione ha ottenuto la fiducia da parte di interlocutori esterni – le recenti valutazioni positive da parte di due Agenzie come la Standard&Poor’s e Moodys, che hanno confermato che il sistema Marche è in linea con quello nazionale - “può ben pensare di ottenere la fiducia al suo interno”.