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26/01/2001

GIORNATA DELLA MEMORIA DELL'OLOCAUSTO - D'AMBROSIO: "DOVERE ETICO, NON POLITICO, DI OPPORCI ALL'OBLIO DI UNA TRAGEDIA CHE IL TEMPO NON POTRA' CANCELLARE"

“Si sentiva chiamare “mamma” in tutte le lingue del mondo”. E’ una delle frasi , forse tra le meno crude, ma tra le più significative della disperazione, ascoltate durante la proiezione di un video dell’opera di Renato Sarti, autore di uno dei testi teatrali che fanno parte del programma di manifestazioni per la Giornata della Memoria dell’Olocausto. Il video, proiettato nel corso di una conferenza stampa in Regione, è stato realizzato nel ‘95, in occasione del Cinquantennale della Liberazione, durante una rappresentazione allestita alla Risiera di San Sabba- il campo di sterminio di Trieste- alla quale hanno partecipato Giorgio Strehler, Moni Ovadia , Paolo Rossi ed altri attori. Quello stesso spettacolo, “I me ciamava per nome : 44.787 – Risiera San Sabba” ,che racconta le testimonianze di ex deportati, è stato adattato per il teatro e sarà in scena allo Sperimentale di Ancona , il 29 gennaio alle ore 21. “Più passano gli anni da quello che è stato il “buco nero” del ‘900- ha affermato il presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio - più abbiamo il dovere di rendere testimonianza soprattutto alle giovani generazioni di una tragedia unica nel suo significato, diversa da tutte le altre. Il tempo non può cancellare, ma anzi aumentare il dovere, non politico, ma innanzitutto profondamente etico, di opporci con forza alla banalizzazione, a chi vuole sminuire le morti di milioni di sconosciuti che pretendono almeno la memoria storica. Abbiamo tutti un debito che ci pesa addosso, come figli dell’Europa, che possiamo minimamente alleggerire costruendo percorsi di “ordinaria” atrocità per ricordare questa follia, per far riappropriare tutti del senso di commozione e di impressione forte nelle coscienze. Si sono consumate anche le parole, perché non possono esistere definizioni che limitino l’enormità di questa tragedia.” Dello stesso parere anche Antonio Luccarini –assessore alla cultura del Comune di Ancona: “Non ci sono più parole – ha detto- e per questo abbiamo affidato la memoria all’agire scenico, al teatro. Dobbiamo evitare, non solo di dimenticare, ma anche un’operazione più subdola che è l’uso strumentale dell’oblio, soprattutto per essere ancora pronti e sensibili ai temi della pace e della solidarietà ,anche di fronte ad avvenimenti contemporanei che in qualche caso assomigliano alle situazioni del passato. “ Altro dovere - secondo il consigliere regionale ed esponente della Comunità Ebraica di Ancona- Ugo Ascoli– è quello di non confondere la Shoa con fenomeni diversi. “Occorre evitare soprattutto la revisione malevola e ideologica della storia, accomunando guerre di resistenza e crimini contro l’umanità. Perfino il termine “Olocausto” , non è appropriato, ha affermato Ascoli. Significa “sacrificio”, ma con un’accezione di predestinazione e di fatalismo di stampo “perdonistico” “No, è puro sterminio di un popolo, perpetrato con razionalità e consapevolezza da un macchina efficientissima, condotta in maniera scientifica dalle menti naziste più eccelse del tempo e con i mezzi e le risorse più progredite di quel periodo. E’ il genocidio più abnorme, mai accaduto prima, e mai dovrà più accadere nella storia .” Silvana Amati, consigliere regionale e firmataria di una proposta di legge regionale sull’educazione alla pace, ha richiamato la necessità per le istituzioni di “esserci” in tali momenti, di divulgare e informare correttamente i giovani sulla storia, per imparare dal passato a fare attenzione alla storia attuale, a lottare contro tutte le discriminazioni.” Il programma teatrale, promosso da Regione Marche – Assessorato alla Cultura - e dalla Fondazione Città del Teatro- Teatro Stabile delle Marche, comprende anche la produzione e l’allestimento di “Vernichtet - Sterminati, Viaggio nel dolore dell’Olocausto” di Luigi Moretti, autore e regista e di Tommaso Paolucci, un opera su cui lo Stabile punta fortemente per il futuro e che sarà portato in scena dalla Compagnia dei Giovani dello Stabile delle Marche. Il lavoro teatrale sarà rappresentato, dal 4 all’8 marzo, nei quattro capoluoghi di provincia marchigiani e destinato soprattutto ai giovani. La conferenza stampa si è conclusa con la testimonianza diretta di un ex deportato, Riccardo Moruppi, di Trieste, prigioniero politico a Dachau. “Quando sono ritornato a Dachau, un po’ di anni fa, non riuscivo a seguire i percorsi guidati di visita, perché evitavo incosciamente di calpestare i punti dove sono morti i miei compagni. Abbiamo giurato a chi non è più ritornato dai campi di ricordarli fino alla fine dei nostri giorni.” (ad’e)