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05/01/2001

LA REPLICA DEL PRESIDENTE VITO D’AMBROSIO A FORZA ITALIA

“Dopo la conferenza di fine anno della Giunta regionale mi aspettavo dalla maggiore forza di opposizione una critica seria ma costruttiva. Da Forza Italia sono venuti invece slogan elettorali, banalità e affermazioni prive di argomenti di merito. Tale atteggiamento è il frutto di una debolezza psicologica, una scelta che dimostra come FI sia stata punta nel vivo e non riesca a digerire che tra situazione marchigiana e governo regionale vi sia sempre più una correlazione positiva. E’ grave che mentre si dice di condividere il richiamo di Ciampi ad elevare il tono del confronto, nei fatti si inaspriscano i toni fino ad imbarbarire la lotta politica in un gioco che guarda all’interesse di cortile più che al bene comune. Non si capisce, inoltre, come una forza che ha sempre fatto della stabilità politica un punto fermo scelga poi l’avventurosissima strada di elezioni anticipate. Al fondo di questa posizione vi è l’incapacità di accettare il verdetto democratico delle elezioni regionali. Un voto che ha sancito, e non di stretta misura, la sconfitta del centro-destra e del suo candidato a presidente. La forza politica principale dello schieramento di opposizione sogna ora Berlusconi presidente e penserebbe di gettare all’aria il legittimo governo marchigiano per cercare di far coincidere governo nazionale e giunta regionale. Dove va a finire il principio di federalismo fondato sulla cooperazione tra i diversi livelli di governo e chi è il vero centralista tra i due schieramenti? Ciò che più preoccupa in questo modo di porsi e di intendere la politica sono i continui cambiamenti di un partito che in Parlamento si è battuto per una nuova legge elettorale regionale, presidenzialista e maggioritaria, per la stabilità contro i ribaltoni, e che poi, all’atto pratico, rifiuta di svolgere correttamente il ruolo di opposizione che l’elettorato gli ha assegnato mirando solo a radicalizzare lo scontro. In una democrazia matura dell’alternanza - e la nostra lo è certamente - si governa anche dall’opposizione. Certamente non con richieste continue di elezioni anticipate, non destabilizzando il quadro democratico, non alzando la voce senza portare fatti concreti, non suscitando solo emozioni ricorrendo ai mass media come mezzi di pura amplificazione delle posizioni di parte. Il bipolarismo ha le sue regole e si nutre di misura e correttezza senza le quali la politica rischia di decadere nella rissa. La critica di legiferare poco rivolta al governo regionale è incomprensibile. L’eccessivo ricorso alla norma, infatti, ha portato più difficoltà che chiarezza a cittadini ed imprese e sono proprio le forze liberali a chiedere, in Europa e nel mondo, meno leggi e più amministrazione attiva. Al di là dei polveroni di comodo credo che ciò che preoccupi Forza Italia e l’opposizione sia un dato molto più concreto: dopo cinque anni di governo del centrosinistra le Marche non solo vanno bene, ma continuano a migliorare le performance economiche e sociali. Si viaggia, di fatto, verso la piena occupazione, le esportazioni riprendono il naturale sostenuto trend, la ricchezza prodotta cresce a tassi medi elevati e la società marchigiana mantiene la sua compattezza. La crescita avviene in un quadro di equilibrio territoriale, di compatibilità ambientale e di difesa delle fasce più deboli. Il centrodestra è stato colto in contropiede e non sa riorganizzare la sua reazione, se non scompostamente e in maniera molto confusa. Il centrosinistra ha saputo governare il modello marchigiano, intuendo le sue potenzialità e adattandosi alle sue esigenze. Gli sfracelli paventati dall’opposizione non si sono verificati. La società marchigiana rimane una società aperta, che fa del localismo una forza motrice e non un fatto regressivo simile al fenomeno leghista. La Regione ha aiutato a rafforzare questo modello con la valorizzazione delle autonomie, provinciali e comunali, e del principio della sussidiarietà. In una società variegata, multiforme e policentrica come quella marchigiana il dirigismo non ha spazio e la Regione ha promosso il ruolo dei corpi intermedi, della famiglia, delle associazioni, del volontariato e delle autonomie cosiddette funzionali. Nei prime cinque anni abbiamo ricostituito il quadro programmatorio, varato importanti leggi di settore e avviato la ricostruzione post sismica. Nei secondi cinque completeremo l’attuazione degli obiettivi, concluderemo l’opera di ricostruzione delle zone terremotate e daremo alle Marche le infrastrutture necessarie per migliorare i suoi collegamenti nord-sud e trasversali. Chiedo all’opposizione di concorrere in questo sforzo in un quadro di dialogo. La partita va giocata correttamente. A decidere il vincitore, nel 2005, sarà il cittadino con la sua libera espressione di voto alla quale io, il mio governo e la mia maggioranza ci rimettiamo pienamente senza riserva alcuna.”