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21/12/2000

E’ UFFICIALE: APPARTIENE ALLA STATUA DEL PICCOLO KOUROS (APOLLINO MILANI -VI sec. a.C). LA TESTA RECENTEMENTE RINVENUTA NELLE MARCHE. La statua acefala si trova attualmente esposta nella mostra "Kouroi Milani Ritorno ad Osimo" - Palazzo Campana

E’ ufficiale: il Soprintendente Archeologo per le Marche Giuliano de Marinis ha comunicato alla Regione Marche-Centro Beni Culturali e al Comune di Osimo, il ritrovamento della testa del Kouros Milani detto Apollino (VI sec. a. C.), la piccola statua greca di epoca arcaica, attualmente acefala, esposta insieme al Kouros maggiore (Apollo Milani) nella mostra in corso presso il Palazzo Campana di Osimo. La comunicazione è giunta nel pomeriggio di ieri 20 dicembre dopo che lo stesso Soprintendente aveva effettuato la prova più importante: la collocazione della testa, recentemente rinvenuta in collezione privata osimana, sul piccolo Kouros. La prova schiacciante che avvalora tale conferma, è l’assoluta aderenza della testa con il resto della scultura tanto da riuscire a sostenersi sul collo mozzato in maniera autonoma. Il ritrovamento della testa, raffigurante un giovane dai lunghi capelli intrecciati, costituisce un fatto di enorme valenza culturale considerata l’importanza dei due Kouroi Milani, rari esempi in Italia di arte greca del periodo arcaico presenti nella Collezione Briganti Bellini di Osimo fino al 1902, quando furono acquistate da Luigi Milani per il Museo Archeologico di Firenze. Notizie più dettagliate sul rinvenimento saranno fornite nel corso di una prossima conferenza stampa. I Kouroi Milani, attribuiti, secondo le ipotesi più accettate, l’uno ad un ambiente attico provinciale, con datazione intorno al 530 a.C., l’altro, forse di pochi decenni posteriore alla prima, all’ambito attico più proprio, sono viste a Osimo nel 1741, come attestato da un carteggio conservato nella biblioteca Oliveriana di Pesaro. Nel carteggio infatti l’Abate Olivieri di Pesaro scrive al canonico osimano Luca Fanciulli chiedendo notizie di quelle due statue greche da lui ammirate due decenni prima nel Giardino del Vescovado, in occasione di un soggiorno ad Osimo, ov’era stato ospite del Vescovo Pompeo Compagnoni. Confluite poi nella collezione di antichità della nobile famiglia Briganti – Bellini, le due sculture rimasero nella città marchigiana fino al 1902, quando Luigi Adriano Milani, Direttore del R. Museo Archeologico di Firenze, le acquistò per tale museo, dove tuttora si trovano. L’interesse per questi monumenti di straordinaria forza e bellezza, è aumentato dall’incertezza sulla loro origine, che dovrà costituire un indirizzo di più approfondita ricerca. Al di là della provenienza delle due sculture, comunque, esse rappresentano uno dei fenomeni artistici più rilevanti dell’arcaismo greco, che vede altri rappresentanti di varia epoca diffusi nel mondo adriatico (questi con accertata provenienza archeologica) e nelle Marche stesse: il piccolo Kouros da Pioraco (MC) ed in Emilia Romagna quello di Marzabotto, di cui rimane il frammento della bellissima testa lavorata. Le opere di Pioraco e Marzabotto, presenti nel catalogo De Luca, saranno esposte in mostra a Osimo a partire dal 1 marzo 2001.