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20/12/2000

DIFFIDATI I PROVVEDITORI PROVINCIALI AGLI STUDI DALL'APPLICARE IL DECRETO MINISTERIALE CHE SOSPENDE LA RISERVA PER LE ASSUNZIONI A FAVORE DEGLI LSU

Il presidente Vito D’Ambrosio, sentita la giunta regionale, ha diffidato i Provveditori provinciali agli studi delle Marche dall’applicare il decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 23 novembre che sospende per l’anno scolastico 2000/2001 la riserva per le assunzioni a favore di Lsu, i soggetti impegnati in lavori socialmente utili, inquadrati come ATA (Assistenti tecnici amministrativi). Il decreto, infatti, è in palese contrasto con il Decreto legislativo 468/97 che fissava nel 30% la riserva dei posti ed ancor più con il recentissimo DL del Governo, addirittura successivo a quello ministeriale, che innalza la quota al 50%. Scelta e percentuale adottate anche dalla Regione con la L.R. 38/98 che, secondo gli uffici legali, ha prevalenza ‘in ragione del suo carattere eccezionale e della sua natura, sulla normativa nazionale e quindi anche sul richiamato decreto ministeriale’. Di conseguenza i Provveditori agli Studi sono ‘invitati’ ad osservare le disposizioni regionali, rispettando la riserva del 50% a favore degli Lsu e non effettuando assunzioni che mettano in discussione i loro diritti. Questo è quanto l’assessora al lavoro Cristina Cecchini ha comunicato ad una delegazione di Lsu ATA, con la quale si è incontrata oggi a margine della riunione del Consiglio regionale. La Cecchini ha preso atto del problema ponendo in rilievo, a nome della giunta, il disagio per i lavoratori derivante dalle scelte del Ministero, ma soprattutto i danni collegati al fatto di porre in discussione una decisione già presa dal Governo e dalla Regione con atti legislativi. Bisogna per di più considerare che gli Lsu ATA occupati nelle scuole della regione sono 250 e nelle Marche il buco in pianta organica per tale qualifica è di circa 1800 unità. E’ evidente, secondo la Cecchini, l’assurdità della situazione e che il Ministero non possa procedere ad un atto arbitrario ed estremamente ingiusto per lavoratori da tempo sottoposti a disagi economici e professionali.