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01/12/2000

PROGRAMMA REGIONALE DI EDUCAZIONE AMBIENTALE 2000

Un miliardo per promuovere una cultura ecologica nelle Marche. La Regione ha stanziato la somma attraverso il Programma di educazione ambientale (Prea) 2000. Su proposta dell’assessore Roberto Ottaviani, la Giunta regionale ha approvato un “pacchetto” di interventi che si concluderanno nel 2001 Duecento milioni, già stanziati, sono stati destinati al progetto scolastico Verdintorno. Le scuole marchigiane (di ogni ordine e grado) lavoreranno su un tema rappresentativo della politica ambientale regionale: la scoperta e la tutela del verde nel proprio ambiente di vita. Seicentosessanta milioni, invece, sono destinati al funzionamento e alla qualificazione dei 59 Centri di educazione ambientale (Cea) riconosciuti dalla Regione. Cinquanta milioni serviranno per promuovere l’adesione volontaria delle aziende marchigiane al sistema di certificazione ambientale e altri novanta per qualificare l’informazione e la formazione ambientale (sistema Infea). “L’obiettivo degli interventi – spiega Ottaviani - è quello di sviluppare un’adeguata coscienza dei problemi ecologici nella collettività marchigiana. All’interno della programmazione regionale, l’ambiente ha assunto un ruolo centrale, di orientamento dei comportamenti economici e sociali. Viene considerato una risorsa, da valorizzare in ogni settore produttivo. Una recente indagine ha confermato come, nelle Marche, l’educazione ambientale sia un’esigenza in crescita nell’utenza scolastica e in espansione in quella imprenditoriale”. Un’attesa che risulta recepita nel Programma regionale 2000, dove non viene trascurato questo bisogno di “formazione” espresso dai marchigiani: i valori ambientali - si sottolinea - non sono più marginali, ma legati a modelli di sviluppo sostenibile. “Nelle Marche – continua l’assessore – s’è sviluppata una stretta connessione tra norma e cultura ambientale. Ambiente non è più sinonimo di vincolo, ma di opportunità. Questo grazie alla feconda sinergia tra Regione, mondo della scuola e associazioni ambientalistiche. Ma l’aspetto più tipico della realtà marchigiana è, forse, il coinvolgimento crescete degli enti locali e della cooperazione: giovani, diplomati e laureati, hanno trasformato l’originario interesse e amore per la natura, in una capacità professionale”. Un dato sembra confermarlo: i 59 Cea marchigiani sono gestiti, per il 32%, dalle cooperative, per il 24% dalle associazioni ambientalistiche, per il 27% dagli enti locali, per il 12% dalle scuole, per il 3% dalle Aree protette e il 2% da Università Studi. Il Prea 2000, oltre a valorizzare il ruolo dei Cea, coinvolge le Province (con funzioni di coordinamento e di monitoraggio) nella pianificazione delle politiche ambientali. E pensa anche a programmare l’attività del prossimo biennio (2001/02): prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro, che dovrà riordinare il settore dell’educazione ambientale (sistema Infea).