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22/11/2000

PRESENTATO A TOLENTINO IL PROGETTO PER L'ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE FORMATIVE CHE USUFRUIRANNO DI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Le strutture marchigiane della formazione professionale che intendano operare con i finanziamenti pubblici, in particolare del fondo sociale europeo (Fse), dovranno possedere i requisiti di qualità fissati dalla Regione. Il progetto Athena, che fissa i requisiti minimi, è stato presentato a tutti i referenti pubblici, privati e istituzionali del settore, durante il ‘Workshop’ organizzato alla Scuola professionale di Tolentino sul tema dell’accreditamento delle strutture formative. Tali regole rispondono alle specificità del sistema formativo regionale e in generale alle esigenze di sviluppo socio-economico delle Marche. La ‘partita’ intrapresa dalla Regione è decisiva e delicata ed avrà non pochi riflessi sull’evoluzione del mercato del lavoro regionale . Per capirne l’importanza è sufficiente indicare alcuni dati: dal 1994 al ’99, circa 45 mila soggetti hanno partecipato all’attività formativa organizzata da oltre 780 gestori. Nel settenio 2000-2006, la stima di massima si avvicina ad almeno 100 mila soggetti che parteciperanno alle azioni di politica attiva del lavoro e di attività formativa ai vari livelli, mentre i finanziamenti del FSE, la fonte finanziaria di gran lunga più importante per tutto il settore, ammonteranno a 530 miliardi di lire. Ma la vera sfida non sono i numeri, pur importanti: l’obbiettivo é invece preparare risorse umane e professionali quali-quantitativamente adeguate al confronto con economie più avanzate e alle specificità dell’incontro fra domanda ed offerta di lavoro, poste dallo sviluppo economico ed industriale marchigiano. L’assessore regionale alla formazione professionale, Cristina Cecchini, cosciente del livello della partita in gioco, ha riunito a Tolentino le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e tutti i soggetti privati e pubblici interessati all’attività formativa, per confrontarsi sulle regole che determineranno l’evoluzione del settore e l’accesso agli stanziamenti pubblici. Se l’economia è mobile, la formazione dev’esserlo altrettanto, e oggi il raccordo fra domanda ed offerta di lavoro passa per un’attività formativa continua. L’uso secondo il quale prima si studia e poi ci s’inserisce nel mondo del lavoro non è più valido: studio e attività formativa devono intersecarsi continuamente ai migliori livelli e secondo le specificità che il mercato sempre più esigente e moderno, pone a livelli molto alti. E se l’esigenza è tale, altrettanto alta dev’essere la qualità di proposta formativa nonché quella dei soggetti che la gestiscono.