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17/11/2000

A PARCO PRODUCE UN OPUSCOLO SUL TARTUFO. EDITO DALL'ASSESSORATO AGRICOLTURA E' STATO CURATO DALLO STAFF CHE LAVORA PRESSO IL CENTRO DI SANT'ANGELO IN VADO.

“Il Tartufo nelle Marche” è il titolo di una pubblicazione dell’Assessorato Agricoltura-Servizio Terreni Agricoli e Forestali, uscita in occasione di PARCO PRODUCE. Un omaggio anche a un prodotto, che la Regione - sottolinea l’assessore Agostini nell’introduzione - mette al primo posto tra i prodotti tipici da valorizzare, investendo in risorse economiche ed umane. L’iniziativa editoriale è il risultato di un lavoro collegiale dello staff che opera presso il Centro di Tartuficoltura di Sant’Angelo in Vado, centro della Regione, che dal 1996 si avvale della collaborazione dell’Università degli Studi di Urbino. Curatori sono infatti il dott. Gianluigi Gregori, direttore del Centro e il prof. Vilberto Stocchi, ordinario di Biochimica Applicata alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Urbino, che è anche coordinatore del Progetto di ricerca “Caratterizzazione degli ecosistemi naturali legati alla produzione delle diverse specie di Tuber”, finanziato con l’Ob. 5b. Si tratta di un opuscolo che vuole conciliare due diverse esigenze: informare sulle caratteristiche del settore nelle Marche e contemporaneamente spiegare il lavoro del Centro di Sant’Angelo, uno dei più prestigiosi in Italia al servizio dell’intera tartuficoltura. Quindi, mentre è rispettato il rigore scientifico, il taglio è soprattutto divulgativo. Presso PARCO PRODUCE un apposito spazio è proprio riservato al Centro di Tartuficoltura e ad una riflessione sul settore, che ha una importante valenza sociale, ecologica, agricolo-forestale ed economico: rende produttivi i terreni incolti, integra il reddito degli agricoltori e consente il recupero di campi troppo sfruttati. Grazie ai finanziamenti della legge regionale 34/87, negli ultimi anni sono state impiantate numerose tartufaie, per una superficie complessiva di circa 1.700 ettari. Un contributo notevole alla produzione vivaistica è dato dal vivaio forestale di Sant’Angelo in Vado (accanto al Centro), dove ogni anno sono prodotte dalle 60 alle 80 mila piante micorrizate. Le specie arboree più utilizzate sono: roverella, nocciolo, carpino nero, tiglio, leccio e cerro. Le Marche, grazie a condizioni ambientali e pedoclimatiche estremamente favorevoli, sono regione vocata. Il tartufo più pregiato, Tuber magnatum Pico, si trova soprattutto nella provincia di Pesaro e Urbino. Le altre specie sono un po’ ovunque lungo la fascia appenninica. La certificazione delle specie è cosa particolarmente sentita nelle zone di produzione: si vogliono impedire tentativi di imitazione o clonazione o l’arrivo in massa di prodotti discutibili (dalla Cina, dall’Est europeo e dall’Arabia Saudita) oppure sventare il tentativo di “accettare” una specie che niente ha di nobile – vedi “indicum”, insomma il cosiddetto tartufo cinese – magari, come qualcuno vorrebbe, con una proposta di legge nazionale. Come precisa anche l’assessore Agostini c’è poi tutto un mondo che ruota intorno al tartufo: oltre ai cavatori, gli addestratori di cani, i commercianti, l’industria di trasformazione, i ristoratori: è quindi un settore che mette in moto, in maniera importante, l’indotto. Sette i Capitoli dell’opuscolo che raccontano le caratteristiche di questo particolare prodotto della terra, le sue possibilità di coltivazione, il lavoro del Centro di Sant’Angelo in Vado, dei suoi laboratori specializzati e dell’annesso vivaio forestale. Oltre a tutto ciò, anche un appendice con la legislazione nazionale e regionale in materia. Insomma un utile compendio per gli addetti ai lavori. Chi volesse ricevere l’opuscolo può richiederlo in Regione-Servizio Valorizzazione dei Terreni Agricoli e Forestali (071/8063633-3633-3914) oppure al Centro di Sant’Angelo (0722/88849). (e.r.)