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10/11/2000

LA CONFERENZA REGIONALE SUI PROBLEMI DELLA TOSSICODIPENDENZA: PIU' ADERENZA DEGLI INTERVENTI ALLA REALTA' DEL TERRITORIO.

Ad un fenomeno come la tossicodipendenza , che muta con grande velocità nei numeri, nei comportamenti dei soggetti coinvolti, nella percezione da parte della società, occorre adeguare gli indirizzi e gli interventi perché siano sempre al passo con il cambiamento e sempre più aderenti alle realtà territoriali. E’ questa una delle considerazioni dell’assessore regionale ai Servizi sociali, Marcello Secchiaroli nell’intervento in apertura della “Conferenza regionale sui problemi connessi alla diffusione della tossicodipendenza”, svoltasi oggi a Senigallia presso l’ex Palazzo del Turismo. Il sindaco di Senigallia, Luana Angeloni, nel suo saluto, ha posto l’accento sulla necessità di “potenziare l’attività di prevenzione per un fenomeno che purtroppo è in crescita e che viene considerato quasi ‘normale’ dalle nuove generazioni che usano le nuove sostanze per supplire al disagio delle difficoltà relazionali. Un fenomeno quindi più che di disagio sociale, di disagio esistenziale profondo che rispecchia i tempi. Per questo occorre sostenere le famiglie che chiedono maggiore assistenza e informazione e la Scuola, ormai soggetto sempre più attivo e direttamente coinvolto nel contrastare questo fenomeno.” Un invito, quello del sindaco di Senigallia, rivolto ad un’assemblea molto numerosa formata da operatori sociali e sanitari, responsabili di Comunità terapeutiche, rappresentanti del privato sociale e da molti operatori del mondo scolastico regionale. La Conferenza di Senigallia è stata organizzata dalla Regione in preparazione alla Conferenza nazionale che si terrà a Genova nei giorni 27-28-29 novembre e “le Marche – ha spiegato il dirigente dei Servizi Sociali della Regione, Vincenzo Savini- è stata scelta insieme ad altre 7 regioni (Abruzzo, Toscana, Lazio; Sicilia, Umbria, Emilia Romagna e Veneto) per gestire lo spazio propositivo riservato dalla Conferenza che elaborerà il documento ufficiale delle regioni italiane.” Sull’approfondimento dei temi che potrà venire dalla conferenza nazionale di Genova , Secchiaroli ha espresso preoccupazione perché si svolgerà (anche se prevista dalla legge ogni tre anni) troppo a ridosso delle elezioni politiche e vi è il “rischio di un inquinamento e di una strumentalizzazione”. “Ma questa conferenza regionale– ha precisato l'assessore – non è solo la realizzazione di un invito del Ministero e tenere conferenze propedeutiche - anche se siamo tra le poche regioni a farlo- ma un appuntamento non solo formale che vuole e deve essere il primo passo di un percorso di dialogo costante, di un’attività di concertazione che guidi le scelte e che abbiamo eletto come modalità di lavoro per poter programmare in maniera rispondente alle effettive esigenze. Il nuovo capitolo aperto dalla Legge Quadro sul Welfare alla quale il Piano Sociale regionale è perfettamente agganciato, le recenti riforme istituzionali a partire da quella scolastica, impongono di ripianificare il discorso della lotta alle tossicodipendenze, uscendo dagli standard preconfezionati per entrare nella territorialità, nell’integrazione degli interventi con altre leggi di settore, concentrando l’attenzione sui giovani non come problema ma come protagonisti della lotta alla droga. E, allora, lavorare insieme è la condizione essenziale non solo per avere più risorse, ma anche per utilizzare al meglio le esperienze positive sulle quali nelle Marche possiamo contare, così come su una chiara percezione dei bisogni rispetto alla diversità dei territori nella regione. Occorrerà quindi- ha concluso Secchiaroli – uno sforzo culturale per essere preparati ad una fase di transizione che impone inevitabilmente un processo di sperimentazione metodologica, da “coprogettare” con l’apporto di tutti. La coprogettazione, il cofinanziamento, i piani annuali degli ambiti territoriali concertati, infatti, sono tra i punti base del nuovo Piano Sociale e del nuovo atto di indirizzo che la giunta regionale si appresta a varare sui criteri di ripartizione del Fondo nazionale per la Lotta alla droga.” I CRITERI DI INDIRIZZO DELLA REGIONE PER LA NUOVA RIPARTIZIONE DEL FONDO NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA DROGA - ANNO 2000 Questi i punti principali: - Rinnovo dell’impegno nei diversi livelli di responsabilità e sviluppo di sinergie nella rete dei servizi pubblici, privati e del terzo settore per offrire percorsi di prevenzione, cura e reinserimento, maggiormente ancorati alle esigenze locali, sulla base di una programmazione concertata su obiettivi condivisi “dal basso”; - passaggio dalla formula del bando a quella di un atto di definizione di criteri per evitare la presentazione di progetti duplicati o “in concorrenza”, - predisposizione da parte degli Ambiti territoriali (temporaneamente identificati con le Province) dei piani annuali di intervento che rispondano alla domanda locale di servizi - istituzione di tavoli di concertazione e coordinamento provinciale (nuovo ruolo sancito dalla legge sul Welfare) - perseguimento delle finalità di prevenzione; inclusione sociale e lavorativa; diffusione della rete di pronto intervento socio-sanitario e di consulenza; formazione e aggiornamento degli operatori. - reale integrazione e coprogettazione tra soggetti pubblici e terzo settore mediante accordi concreti per la definizione degli impegni, ruoli e collaborazioni operative. - quota di cofinanziamento da parte dei soggetti proponenti che può essere economica o di disponibilità di risorse umane; - superamento della progettazione rigidamente settoriale e promozione dell’integrazione degli interventi previsti da diverse leggi ( politiche giovanili, adolescenza, politiche del lavoro, formazione ecc.) UNA RICOGNIZIONE DELL'ESISTENTE All’intervento dell’assessore regionale è seguita una ricognizione di dati e informazioni sul fenomeno della tossicodipendenza svolta da Nicola Scola del Servizio Sanità della Regione. I dati essenziali emersi: 174 operatori nei 14 Ser.t della regione, uno ogni 8 abitanti, in media nazionale, “anche se – ha detto Scola- il rapporto è falsato se si pensa che nel solo Ser.T. di Ancona, una struttura modello a livello nazionale, vi sono oltre 50 operatori e molto pochi in altri Servizi della regione.” La popolazione tossicodipendente nelle Marche registrata nel 99 è di 4147 persone. Il dato si riferisce a soggetti in trattamento, terapeutico o psicologico ed è sostanzialmente stabile rispetto al 98 (4.110). Rispetto alle 13 ASL, quella di Camerino ha la minore incidenza con un tasso di 14,4 tossicodipendenti ogni diecimila abitanti ( 70 persone in trattamento) la maggiore incidenza ,invece(del 52, 7 ) è a Civitanova con 577 persone in carico. Un dato che può essere interpretato anche positivamente nel senso che sono di più i tossicodipendenti che chiedono assistenza. Nel capoluogo di regione sono 550 i tossicodipendenti in trattamento , con un’incidenza ogni diecimila abitanti di 23,4. Altro dato su cui riflettere per pensare ad interventi mirati è l’età media dei tossicodipendenti che chiedono trattamenti: sempre più trentenni, di fronte ad una diminuzione dell’età di approccio all’uso delle sostanze stupefacenti. Nelle Marche, in calo l’uso di eroina dal 76% del 98 al 73, 7% del 99 , aumento della cocaina ( 3,3 nel 99 e 2,7 nel 98), dei cannabinoidi (da 16,1 a 17,2) e in aumento, in piena tendenza nazionale, l'assunzione di nuove droghe da 5,2 nel 98 a 5,8 nel 99. Le strutture socio-riabilitative: 25 comunità terapeutiche con 444 posti letto; 8 unità di strada, 9 punti di accoglienza a bassa soglia con 13 posti letto. LA RIPARTIZIONE DEL FONDO NAZIONALE LOTTA ALLA DROGA. ANNI 97-98-99 Marco Nocchi dei Servizi sociali della Regione ha poi illustrato la ripartizione delle risorse del Fondo nazionale ( 12 miliardi per le Marche) per il triennio 97-99. Progetti pervenuti: 260 di cui 184 finanziati (72%). Distribuzione dei progetti finanziati: Privato sociale 48,2%; ASL 28,02%; Comuni 21,8%; Comunità montane 1,4%; Province 0,46%. Risorse assegnate per finalità: per la prevenzione 6 miliardi e 182 milioni; per i servizi di primo intervento: 2 miliardi e 546 milioni; per l’inclusione sociale e lavorativa: 1 miliardo e 580 milioni; per l’aggiornamento e formazione 696 milioni ; per migliorie strutturali 360 milioni. Distribuzione territoriale dei progetti presentati: Il 23% dalla provincia di Ancona; il 37% da Ascoli; il 20% da Macerata e Pesaro-Urbino. Risorse assegnate per provincia: 2 miliardi e 940 milioni ad Ancona; 3 miliardi e 458 milioni ad Ascoli; 2 miliardi e 909 milioni a Macerata; 2 miliardi e 591 milioni a Pesaro-Urbino. Principali iniziative finanziate: 28 progetti di prevenzione,26 centri di aggregazione giovanile,12 centri diurni per tossicodipendenti,19 progetti di reinserimento socio-lavorativo, 8 unità di strada,9 progetti di accoglienza residenziale a bassa soglia e a breve termine,1 sportello telefonico regionale con numero verde,1 comunità terapeutica residenziale regionale per tossicodipendenti con figli minori, in grado di assistere anche i minori. Dopo un approfondito dibattito con gli operatori presenti all’assemblea , la conferenza è proseguita nel pomeriggio con la formula dei “tavoli di lavoro” su 6 tematiche: evoluzione del fenomeno e politiche di prevenzione; marginalità, riduzione del danno e tutela della salute nei penitenziari; inserimento sociale e lavorativo; la rete dei servizi; giovani e adolescenti e nuove droghe, verifica dello stato di attuazione della normativa dalla Conferenza di Napoli ad oggi. Dal lavoro degli operatori impegnati in queste tematiche verrà elaborata la proposta da presentare alla Conferenza di Genova. (ad’e)