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31/08/2000

FEDERALISMO FISCALE: PIU’ SOLDI NELLE MARCHE CON LA RIFORMA. I RISULTATI DELL'INDAGINE DELL'AGENZIA STANDARD E POOR'S

Con il federalismo fiscale le entrate delle Marche aumenteranno del 21 per cento: in assoluto il valore più elevato tra le quindici regioni a statuto ordinario. In base alla riforma le entrate regionali passeranno dagli attuali 4.916 miliardi a 5.622, con un aumento netto di 706 miliardi. Un risultato che sarà raggiunto nel 2013, quando la riforma sui trasferimenti statali entrerà in pieno regime. La stima è della Standard and Poor’s, Agenzia internazionale di rating, che ha effettuato uno studio su come cambia il portafoglio delle regioni, con l’entrata in vigore nel 2001 della riforma dei trasferimenti statali. In base alla classifica, pubblicata su Rating e ripresa dal quotidiano “La Repubblica” del 28 agosto, le Marche risultano al primo posto della graduatoria regionale, seguite dal Molise ( più 13 per cento) dalla Basilicata (più 12 per cento) e dalla Lombardia (più 11 per cento); fanalino di coda la Calabria con appena l’1 per cento di aumento. In totale i finanziamenti alle regioni passeranno dagli attuali 164.682 miliardi a 174.146 miliardi, con un aumento di poco meno di 10 mila miliardi. Secondo lo studio della S&P- la stessa che lo scorso anno aveva riconosciuto l’affidabilità del bilancio regionale - le maggiori entrate sono dovute al nuovo sistema di finanziamento statale che rivoluzionerà gli attuali criteri di ripartizione, stabilendo un rapporto più stretto fra la crescita delle entrate e crescita del prodotto interno lordo (pil)) regionale. Oltre alla popolazione, i nuovi parametri di ripartizione dei finanziamenti tengono conto anche della struttura per età e della capacità fiscale delle regioni, e non più, come in passato, del costo storico delle spese. Ne consegue una maggiore flessibilità delle entrate, a tutto vantaggio delle Regioni, come le Marche, con più elevato pil pro-capite. Gli effetti del nuovo regime saranno evidenti a partire dal prossimo anno, con la soppressione di una serie di finanziamenti erariali, tra cui quello della spesa sanitaria in conto corrente e capitale. In compenso, le regioni potranno compartecipare all’Iva e all’accisa sulla benzina - la quota regionale passerà dalle attuali 242 lire alle 250 lire al litro - e beneficiare dell’aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale Irpef. (s.p.)