Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
28/06/2000

INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI - DAL PROGETTO ALL'ATTUAZIONE

Presentati oggi in Regione i primi risultati del Progetto Horizon nelle Marche, un’iniziativa comunitaria volta a migliorare l’accesso al mercato del lavoro dei disabili e a prevenire forme di esclusione. Progetto che la Regione ha promosso in stretta collaborazione con le quattro Province e che ha concluso la sua prima fase: la formazione di 40 operatori, detti della “mediazione” perché hanno il compito di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta. Si parla infatti di “inserimento mediato”, una categoria che ha valore sempre, non solo per le persone con difficoltà, ma che in questo caso è determinante. Quindi individuare “il lavoratore giusto al posto giusto” diventa la chiave di volta di questo Progetto; infatti il compito dell’operatore della mediazione è proprio quello di “progettare il percorso del disabile nel mondo del lavoro, in armonia con il progetto di vita complessivo di quella persona.” Una problematica che anche nelle Marche ha un significato numerico importante: sono 8 mila i disabili iscritti alle liste di collocamento. Formati i formatori, si passa alla successiva fase: a settembre, la sperimentazione di un nucleo provinciale di inserimento lavorativo, per il collocamento di 10 persone per ciascun ambito provinciale. Le Marche hanno fatto da apripista rispetto ad una problematica che è stata poi affrontata in modo organico con la legge nazionale 68/99 sull’inserimento lavorativo dei disabili, recepita dalla Regione con la l.r. 24/2000. Anche perché elemento forte del Progetto è il coinvolgimento delle Province: lo stesso rappresentante del SIIL di Lugo di Ravenna ha detto che su questo aspetto le Marche sono partite sicuramente prima della Regione Emilia-Romagna. Maurizio Tomassini (Servizio Formazione Professionale e del Lavoro) ha sottolineato che, perché il collocamento mirato sia possibile, occorre che funzionino le connessioni di rete, ovvero gli operatori devono conoscersi, devono conoscere i ruoli che ognuno ricopre all’interno delle diverse strutture. Anche perché l’inserimento lavorativo del disabile è una fase del percorso, che va ad arricchire il suo inserimento sociale, che rimane l’obiettivo principale da perseguire. Ecco quindi che l’individuazione dei soggetti che si possono inserire verrà fatta utilizzando la professionalità delle UMEA (le Unità Multidisciplinari per l’Età Adulta), che operano sul territorio. Ma, più in generale, quale lo stato di attuazione della legge nazionale 68/99? Su questo aspetto è intervenuto Flavio Nucci della Provincia di Pesaro-Urbino. Ha ricordato che verrà firmata quanto prima la Convenzione tra Aziende e Uffici e Servizi sul territorio per stabilire le modalità per l’inserimento lavorativo dei disabili, che faranno parte di appositi progetti finanziati con un apposito fondo regionale, nel quale vengono “raccolte” le sanzioni amministrative risultanti dalla non applicazione da parte delle aziende della stessa 68/99. Così come si stanno organizzando i Comitati tecnici a livello provinciale, che avranno anche l’importante compito di predisporre, utilizzando le professionalità dei diversi soggetti che ne fanno parte - medici, psicologi, assistenti sociali - i profili dei disabili. I lavori si sono conclusi con una Tavola Rotonda, che ha affrontato gli aspetti dell’applicazione della legge: vi hanno partecipato operatori del mondo dell’imprenditoria, del sindacato, del sociale, coordinatore il direttore dell’Agenzia Regionale Marche Lavoro, dott. Antonio Quagliani. (e.r.)