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24/05/2000

REGIONI : PRESENTATI AD AMATO 6 PUNTI DI LAVORO

Roma, 23 maggio - comunicato dell''Ufficio stampa della Conferenza delle Regioni- “Abbiamo indicato oggi, unitariamente, le prime ipotesi concrete di lavoro tra la nuova Conferenza delle Regioni e il Governo”. Lo ha dichiarato Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte e Vice-Presidente uscente della Conferenza delle Regioni, dopo l’incontro con il Presidente del Consiglio, Giuliano Amato. “Sono sei i temi che abbiamo posto al Governo, precisando che hanno tutti carattere di priorità: l’assetto federale del nostro ordinamento statale; la riforma della Conferenza Stato-Regioni; il rilancio della concertazione istituzionale; la Sanità; la Sicurezza; il completamento del decentramento amministrativo. Sono tutte questioni che potranno arrivare in porto solo attraverso una nuova, paritaria e autentica concertazione. La nuova e più autorevole Conferenza delle Regioni ha così dato subito chiari segnali di dialogo istituzionale costruttivo e riformatore, affrontando alla radice i problemi. Nei prossimi giorni presenteremo una proposta comune di riassetto della Conferenza Stato-Regioni. Occorre una vera corresponsabilizzazione istituzionale delle scelte del Governo centrale che pesano sul Governo del territorio, quindi una partecipazione “reale” alle decisioni che si assumono. Si potrà rilanciare in tal senso anche la concertazione istituzionale. E anche in questo campo occorrono segnali forti. Abbiamo chiesto ad Amato che in occasione della elaborazione della legge finanziaria, Presidenti di regione, Presidenti di Provincia e Sindaci siano i primi interlocutori del Governo. Prima ancora delle associazioni datoriali e dei sindacati. E quando parliamo di concertazione istituzionale significa anche che non deve più succedere come in questi giorni - che un Ministro richiami surrettiziamente l’attenzione dell’opinione pubblica senza aver prima discusso con le Regioni e nelle sedi appropriate - su una presupposta crescita della spesa da parte degli Enti locali. Tra l’altro non si comprende come le Regioni possano spendere di più quando invece il Governo ha già deciso e vincolato la disponibilità di spesa di ogni Regione. Va affrontato il tema della Sicurezza. Anche in questo caso non si capisce infatti come, rispetto ad un’immane sciagura - penso al terremoto in Marche e Umbria - il Presidente di Regione sia il naturale “Commissario di Governo” sia in tema di protezione civile sia per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione. Di contro esistono invece sacche di resistenza che ancora oggi impediscono un ruolo attivo del presidente di Regione nel coordinamento delle politiche per la sicurezza. Altro tema importante è la sanità. Un decreto legislativo definito troppo enfaticamente “federalismo fiscale” comporterà per le Regioni il ritrovarsi a dover gestire in futuro le risorse destinate alla sanità senza più il vincolo di destinazione. In tal senso dobbiamo far sì che anche in sanità avvenga un’effettiva delegificazione e decentramento, puntando alla riduzione degli adempimenti delle Regioni. Non fosse altro per evitare quel centralismo del Ministero della Sanità che dimentica spesso e volentieri che la sanità è materia attribuita costituzionalmente alle Regioni. C’è infine ha concluso Ghigo da completare il decentramento amministrativo con il parere delle Regioni sugli ultimi DPCM di trasferimento di risorse e personale, lavorando attorno ad ogni forma di collaborazione istituzionale”.