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02/02/2000

PIANO DI INQUADRAMENTO TERRITORIALE: SILENZI REPLICA ALLE CONTESTAZIONI DI ALLEANZA NAZIONALE

“Non è un piano con slogan ed errori, ma un documento di programmazione condiviso dagli enti locali e dalle forze sociali della regione. Altro che piano elettorale! Il Pit completa gli strumenti della programmazione regionale che in questa legislatura hanno rappresentato un modo nuovo e serio di amministrare la Regione e di sostenere lo sviluppo delle Marche”. Così risponde l’assessore regionale alla Programmazione, Giulio Silenzi, alle contestazioni sollevate sui contenuti del Piano di inquadramento territoriale (Pit). “Gli enti locali, le università e forze sociali delle Marche hanno contribuito alla definizione dei contenuti e della forma del piano, in uno spirito di autentico decentramento e di concertazione delle scelte. Contrariamente a quanto affermato da An, il documento scaturito e portato all’esame del Consiglio regionale delinea uno sviluppo coerente ed equilibrato del territorio. Prevede una distribuzione omogenea delle dotazioni infrastrutturali a livello di ogni realtà provinciale, senza discriminazione alcuna. Il Pit non propone vincoli, né gerarchie di poteri, né vuol essere onnicomprensivo. Rappresenta, all’opposto, un quadro di riferimento generale, indispensabile per orientare le varie politiche di settore e per destinare le necessarie risorse economiche. Essendo uno strumento di programmazione generale, non dispone di fondi propri, ma prevede che il bilancio regionale individui annualmente le somme da assegnare ai progetti coerenti con il piano. Non è, dunque, una gabbia vuota, ma uno strumento capace di incentivare le intese già raggiunte con gli enti locali. Il piano, poi, non prevede vincoli aggiuntivi rispetto a quelli introdotti con il Ppar, e non è vero che ingessi i comuni sulla base delle specifiche vocazioni: il Pit, all’opposto, afferma che ogni realtà locale debba sviluppare le proprie specificità, senza quegli irrigidimenti che mal si conciliano con il dinamismo dei nostri paesi. Il Pit, in conclusione, è un piano utile alle Marche, in grado di orientare lo sviluppo della nostra regione. Proprio per la sua impostazione innovativa si è inserito nel dibattito nazionale come esempio di valido strumento di programmazione che ha riscosso una significativa attenzione da parte delle istituzioni e del mondo scientifico, proprio per la sua originalità”.