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02/02/2000

RICOSTRUZIONE DI EDIFICI PRIVATI: ADOTTATO UN TESTO UNICO PER LE VERIFICHE SU PROGETTI E OPERE

“Non è un appesantimento burocratico, ma la traduzione di un’esigenza di certezza del diritto.” E’ il primo commento del presidente Vito D’Ambrosio sull’adozione, da parte della giunta regionale, delle nuove direttive tecniche per l’approvazione dei progetti e le verifiche in corso d’opera sugli interventi di ricostruzione degli edifici privati distrutti o danneggiati dalla crisi sismica. “Si tratta – ha spiegato il presidente - di un testo unitario che sostituisce le precedenti disposizioni, unificando, appunto, tutte le procedure in materia di controlli e verifiche. Gli obiettivi sono sia quello di fornire ai tecnici uno “standard” progettuale al quale attenersi per la completezza e la regolarità degli elaborati, sia di definire più precisamente le competenze dei vari soggetti che intervengono nell’iter di approvazione: gli uffici regionali, quelli distaccati di Muccia e Fabriano, i Comuni. “ “La prioritaria necessità di portare a termine la ricostruzione in tempi rapidi- ha affermato D’Ambrosio - non deve far trascurare, infatti, il rispetto delle leggi, soprattutto quando la violazione comporti la realizzazione di ingiusti profitti, la scarsa sicurezza degli edifici e dei cantieri, il compimento di abusi urbanistici, la mancata attenzione alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata. Gli uffici preposti alle attività di ricostruzione non possono certo trasformarsi in sedi di accertamento di illiceità, tuttavia è necessario che in alcune fasi procedurali, riscontrati dei fatti, vi sia la segnalazione alle competenti Autorità. La Regione è convinta della buona fede dei cittadini ma occorre, a loro garanzia, che vi sia una costante attività di verifica ad ampio raggio.” Il sistema di verifiche previsto nelle nuove direttive consiste in un generale controllo di tutti i progetti sull’ammissibilità a finanziamento e, quindi, sulla completezza e regolarità della documentazione e in controlli a campione sui contenuti dei progetti, l’esecuzione dei lavori, l’esatta determinazione dell’ammontare del contributo, in rapporto all’entità del danno subito. Gli interventi da sottoporre ai controlli a campione (compresi gli interventi unitari interessati dai programmi di recupero) verranno sorteggiati mensilmente e possono riguardare la progettazione, l’esecuzione e la fine dei lavori . Per ognuno dei tre tipi di controllo viene confermata la misura minima del 10% di verifiche sul totale degli interventi . Ma gli stessi uffici potranno eseguire controlli a campione, superando la quota minima del 10%, su richiesta del Comitato Tecnico Scientifico e per interventi di particolare rilevanza. In generale, tutti i controlli sulla progettazione riguarderanno, oltre agli altri elaborati progettuali, il nesso di causalità tra sisma e danno, l’appartenenza alla soglia di vulnerabilità, la correlazione tra danno e intervento di riparazione o ricostruzione, l’ammissibilità di superfici e costi unitari, la conformità dell’intervento alle prescrizioni. Le verifiche, invece, sull’esecuzione e dopo la conclusione dei lavori si baseranno sulla conformità dell’intervento al progetto, sull’efficacia qualitativa delle riparazioni anche sotto il profilo del miglioramento sismico, sui materiali impiegati, sul rispetto delle prescrizioni disposte nei programmi di recupero. In relazione ad ogni tipo di verifica, il provvedimento adottato dalla giunta definisce più specificatamente anche le competenze dei vari uffici, richiamandosi allo spirito di collaborazione tra Comuni e Regione che ha ispirato ogni atto decisionale in materia di ricostruzione. Ed è con questo stesso spirito che il presidente della giunta Vito D’Ambrosio, ha emanato, contestualmente alla deliberazione, una circolare, destinata a tutti gli enti e amministrazioni pubbliche, con la quale vengono individuate diverse fattispecie di violazioni di norme che gli uffici della Regione e dei Comuni possono incontrare nel corso dell’attività di controllo. La circolare indica dettagliatamente a quali comportamenti gli uffici devono attenersi, qualora riscontrino irregolarità e a quali Autorità vanno segnalate eventuali violazioni. E’ opportuno ricordare, infatti, che le prime fasi dell’iter di approvazione di una richiesta di finanziamento si basano sul principio dell’autocertificazione e quindi sulla fiducia nella buona fede dei richiedenti. Se sorge quindi un problema di falsa dichiarazione, la circolare del presidente richiama l’obbligo previsto dal Codice di Procedura Penale di denunciare eventuali false attestazioni all’Autorità giudiziaria, naturalmente dopo accurati accertamenti. Copia della circolare è stata inviata, per opportuna conoscenza, a tutti i Procuratori della Repubblica presso i Tribunali delle Marche. (ad’e)